Secondo gli ultimi dati diffusi da Eurostat, a parità di mansioni, le donne italiane del settore privato guadagnano il 15,5% in meno rispetto ai colleghi maschi.
Un dato significativo, a cui fa eco una ricerca di Unioncamere che quantifica le imprese a guida femminile, in Italia, in solo il 22% del totale.
Osservare l’universo significa però guardare anche l’altra faccia della luna e scoprire che, ad esempio, tra 2019 e 2022 le startup innovative a guida femminile sono cresciute del 40% (InfoCamere) e che tra gli imprenditori italiani, le donne laureate sono quasi il doppio degli uomini.
Parlare di empowerment femminile, dunque, è molto più complesso di quello che sembra. Esiste un gap reale, infatti, determinato da un retaggio culturale che ha allontanato e ancora oggi allontana le donne dal mondo della finanza e degli investimenti (e più in generale dal mondo del lavoro) ma esiste anche un potenziale inespresso, un dinamismo e un valore intrinseco che rendono l’imprenditoria femminile una risorsa preziosa e inestimabile, di cui l’economia del nostro Paese non può fare a meno.
Questi sono i presupposti sulla base di cui lo scorso 8 marzo Qonto ha lanciato StrongHer, il business training gratuito dedicato alle donne imprenditrici o che vogliono fare impresa.
E questo è anche il punto di partenza dell’interessante conversazione che abbiamo avuto con Chiara Cormanni, Presidente del Comitato Imprenditoria Femminile Camera di Commercio Milano Monza Brianza Lodi e mentor di StrongHer.