Negli ultimi anni le PMI europee e italiane hanno subito molteplici attacchi informatici principalmente causati da una scarsa attenzione a quelle minime precauzioni considerate “igiene di base" dagli esperti.
La pandemia che ci siamo lasciati alle spalle ha letteralmente stravolto le modalità di fare business delle aziende e la loro interazione con clienti, fornitori e dipendenti: si è assistito ad un'accelerazione non programmata della cosiddetta “trasformazione digitale” che ha creato un’intimità tra mondo fisico e virtuale molto stretta. Per contro, non è cresciuto in proporzione l’utilizzo delle misure utili a garantire la sicurezza dei dati e delle informazioni digitali.
A confermarci questa situazione sono stati i dati trattati dal Report Clusit 2022 dove è evidenziato come, rispetto ai 7.144 attacchi registrati nel mondo negli ultimi tre anni circa, oltre 900 riguardano l’Europa e ben 185 di questi l’Italia.
Lo scenario si è rivelato talmente serio da spingere il Governo ad annunciare una strategia specifica in tema Cybersecurity: inizialmente con il Decreto-legge del 14 giugno 2021 dove è stata istituita l’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN) a tutela degli interessi nazionali nel cyberspazio e, successivamente, con il Piano nazionale per la ripresa e la resilienza (PNRR).
Ma non solo, perfino il periodo di guerra che stiamo vivendo ha fatto emergere dati che hanno dimostrato una situazione preoccupante evidenziando, ancora una volta, come l’Italia sia debole e fragile nel settore della Cyber Sicurezza.