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La scelta di un conto corrente dipende spesso da quanto costa. Se questo è sacrosanto quando si parla di conti corrente personali, la questione è leggermente più complicata per i conti aziendali. Infatti, i conti aziendali oltre che convenienti devono essere efficienti e offrire funzionalità utili alla migliore gestione finanziaria possibile.
In questo articolo trovi una spiegazione dei modelli di costo dei conti corrente aziendali, così come una lista delle principali voci di spesa dei costi, fissi e variabili. In questo modo ti sarà più facile capire di quale conto ha bisogno la tua azienda, e se ti conviene tenere il conto corrente che hai già o sceglierne un altro, come magari il conto business Qonto.
I conti correnti aziendali possono essere classificati principalmente in due categorie in base alla struttura dei costi:
Nei conti a consumo, ogni operazione può prevede un costo specifico (bonifici, prelievi, pagamenti, ecc.). Si tratta quindi una soluzione adatta solo se prevedi un uso molto limitato o occasionale del conto.
Al contrario, il conto a pacchetto prevede un canone fisso, con pagamento solitamente mensile o annuale, che include un certo numero di operazioni, oppure un utilizzo illimitato per alcuni tipi di servizi. In questo caso, paghi costi aggiuntivi solamente per i servizi extra o se superi il numero di operazioni incluse.
La scelta tra queste due tipologie dipende dall’operatività della tua azienda. Se la tua attività prevede molte operazioni ogni mese, un conto a pacchetto ti offre maggiore prevedibilità sui costi.
Se invece usi il conto solo per esigenze specifiche, un conto a consumo può risultare più economico.
Vuoi comprendere meglio cos’è un conto corrente bancario? Leggi l’articolo nel nostro glossario.
L’importo medio di spesa per un conto corrente aziendale annuale va dagli 0 ai 300€.
I principali fattori sono:
I conti a canone gratuito o con un canone annuale molto basso, al di sotto di 50€, solitamente sono dei conti a consumo o che non includono nessun servizio in aggiunta ai servizi bancari di base.
I conti con un costo più elevato, nell’ordine di centinaia di euro corrispondono invece a conti evoluti, con servizi aggiuntivi e un maggiori numero di operazioni incluse.
Tuttavia, la maggior parte degli istituti offrono più di un piano o diversi tipi di conti per rispondere a esigenze differenti.
L’importo medio da 0 a 300€ corrisponde all’offerta base. Per conti con un elevato numero di operazioni e funzionalità avanzate che semplificano la gestione finanziaria aziendale, puoi arrivare a spendere anche diverse migliaia di euro l’anno.
Con le banche tradizionali, il costo di un conto corrente aziendale è leggermente più alto rispetto alle banche online, e parte da circa 150€ all’anno, a seconda del piano scelto e dei servizi inclusi.
I conti bancari aziendali sono spesso dei conti a consumo. Prevedono un canone mensile fisso piuttosto contenuto a cui si aggiungono numerosi costi per operazioni extra, carte di pagamento e commissioni su bonifici e prelievi.
Rispetto alle soluzioni online, le banche tradizionali tendono ad avere costi più elevati e anche meno funzionalità innovative pensate per le esigenze quotidiane delle imprese italiane.
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I costi di un conto corrente aziendale si suddividono principalmente in due categorie: i costi regolari e ricorrenti, anche detti costi fissi, e quelli variabili, che dipendono dall’uso effettivo e dalle operazioni che fai.
Il canone mensile o annuale rappresenta il costo fisso più evidente. Nel canone possono essere inclusi o meno diversi servizi, come carte di pagamento, home banking o operazioni gratuite.
Oltre al canone, le banche applicano una serie di costi aggiuntivi legati all’operatività quotidiana e straordinaria.
Alcuni dei costi più ricorrenti possono essere:
Questa breve lista è una panoramica semplificata delle numerose voci che puoi trovare nei fogli informativi dei conti corrente bancari. Prima di scegliere qualsiasi conto aziendale, controlla sempre le voci di spesa riportate nel contratto o nel precontratto. Solamente in questo modo riesci a farti un’idea di quello che potrebbe essere il costo effettivo.
Le spese fisse di un conto corrente aziendale sono quei costi che vengono addebitati regolarmente, a prescindere dall’uso effettivo del conto. Questo significa che tali costi sussistono anche se non esegui alcuna operazione dal tuo conto.
Il canone, mensile o annuale che sia, è la voce principale e copre la gestione base del conto. A questa si aggiungono spesso il canone delle carte associate al conto, quello per eventuali servizi di internet banking o gestione remota.
A questi costi, bisogna sempre aggiungere l’imposta di bollo annuale. Un tributo obbligatorio, previsto per legge, che non dipende dall’istituto con cui apri il conto.
Nella maggior parte dei casi, l’apertura di un conto corrente aziendale non prevede alcun costo iniziale. Infatti, molti istituti bancari e di pagamento, soprattutto quelli online, offrono l’attivazione gratuita.
Tuttavia, alcune banche tradizionali applicano una spesa di apertura. Quando questo accade, l’importo da pagare è piuttosto contenuto, ad esempio 10€.
Per questo motivo, il costo di apertura incide molto poco sul costo totale di un conto corrente aziendale. Sono piuttosto i costi fissi e le commissioni che seguiranno durante la gestione ordinaria a rendere il conto più o meno conveniente.
Qonto, ad esempio, non prevede costi di apertura. L’apertura è completamente gratuita e hai 30 giorni di prova gratuita (non paghi il canone).
Quando si parla di conti a costo zero, si fa riferimento a quei conti che, almeno in apparenza, non prevedono un canone fisso mensile o annuale per la gestione del conto.
Questo tipo di offerta è molto diffusa tra le banche digitali e le neobanche, che propongono soluzioni senza costi di apertura e senza spese ricorrenti, in modo da attirare nuovi potenziali clienti.
Il vantaggio principale di questi conti è la riduzione delle spese fisse, ideale soprattutto per chi ha un volume di operazioni limitato o una gestione molto semplice delle finanze aziendali.
Tuttavia, si tratta spesso di piani con servizi limitati, poco adatti a un uso efficiente del conto per la gestione delle finanze aziendali. Inoltre, questo modello di costo fa affidamento sulle commissioni extra per essere sostenibile da un punto di vista finanziario per la banca, e prevede quindi spesso commissioni su bonifici, prelievi, pagamenti e altri servizi extra.
Di seguito trovi una tabella comparativa dei vantaggi e svantaggi dei conti a zero spese.
Vantaggi | Svantaggi |
---|---|
Nessun canone fisso | Commissioni sulle operazioni più frequenti |
Ideale per chi ha poche transazioni e un’operatività molto limitata | Possibile mancanza di trasparenza sui costi extra |
Attivazione semplice e gestione online | Meno servizi inclusi rispetto ai piani a pagamento |
Prima di scegliere un conto corrente a costo zero per la tua azienda, valuta attentamente il profilo della tua attività e il tipo di operazioni che effettui abitualmente, per evitare che i costi variabili superino quelli di un conto con canone.
Qonto propone un conto business a canone fisso, che risponde alle esigenze di imprese, professionisti e startup.
Hai accesso ai servizi fondamentali per la gestione finanziaria della tua attività, come:
Ma la lista continua.
Rispetto ai conti corrente aziendali degli istituti bancari Qonto offre un conto con costi chiari e funzionalità avanzate. Il canone fisso include un numero di operazioni, di carte e servizi avanzati, che variano in base al piano scelto.
I pochi costi extra, sono riportati in maniera chiara e trasparente nella pagina tariffe e nei documenti precontrattuali. Con Qonto eviti commissioni nascoste e costi inattesi per le operazioni più comuni.
In più, Qonto offre un’assistenza clienti rapida ed efficiente, e un’interfaccia digitale intuitiva che ti permette di gestire tutto online, risparmiando tempo e semplificando la quotidianità della tua impresa.