La rivoluzione rent to own: i Millennials acquistano casa con Ring 33

La seconda edizione di PowerUp!, la call per startup organizzata da Qonto per supportare l’ecosistema di innovazione italiano, ha visto 6 startup d’eccellenza presentare il proprio progetto di fronte a una giuria esclusiva di esperti.

Tra queste, Ring33 si è distinta per l’approccio pragmatico volto a risolvere un problema reale di un’intera generazione: acquistare casa, soprattutto se la ricerca si svolge nelle principali capitali europee.

Abbiamo chiesto a Paolo Sala, co-founder e COO di Ring33, di raccontarci come e perché è nata la startup, quale missione si pone e in che modo una piattaforma rent to own può rivoluzionare il mondo delle compravendite immobiliari, a vantaggio tanto dell’acquirente quanto del venditore. 

Ring33 nasce da un’intuizione mia e di Davide Villano, co-founder e CEO.

Entrambi, seppur in maniera differente, abbiamo infatti vissuto la frustrante esperienza di acquisto della prima casa, affrontando difficoltà tutto sommato simili, e ci siamo resi conto di come probabilmente una generazione intera fosse alle prese con le stesse sfide.

Perché nonostante il mio curriculum e il mio stipendio, la banca non mi concede il mutuo? Dove trovo i soldi per l’anticipo? Sono davvero certo di volermi impegnare a lungo termine per l’acquisto di questa casa?

Sbirciando oltreoceano, ci siamo resi conto dell’esistenza di modelli che avrebbero potuto migliorare e semplificare questo processo, rispondendo all’esigenza reale di un milione di persone: comprare casa.

Ci rivolgiamo ai Millennials perché si tratta della prima generazione con un tasso di home ownership inferiore rispetto a quella dei propri genitori, a parità di fase di vita. Non a caso sono definiti generation rent: affittano non per scelta ma perché non possono accedere alla proprietà.

Inoltre, si tratta di una generazione con abitudini di consumo totalmente differenti rispetto alle precedenti.

Sono a proprio agio con i modelli di sharing economy e di subscription, sono altamente digitalizzati e sono meno stanziali dei genitori, il che li rende un segmento molto distante dagli attuali paradigmi del real estate residenziale.

Ring33 è un marketplace che finalmente avvicina questa domanda inevasa all’offerta presente sul mercato, fornendo un servizio che permette, attraverso una formula di affitto della durata di 4 anni, di capitalizzare metà dei canoni mensili in un acconto finalizzato all’acquisto di una casa.

Si permette così all'acquirente di rientrare nei requisiti necessari per accedere a un mutuo bancario, grazie all'anticipo accumulato e allo storico che si crea durante il periodo di affitto.

Un modo efficace anche per intercettare quell’utenza insicura o spaventata dall’acquisto, attraverso una sorta di periodo “try and buy”.

Da una parte abbiamo gli immobili valutati secondo pricing coerenti con le condizioni di mercato, dall’altra utenti pre-qualificati su cui è stata fatta un’analisi della solvibilità attuale e futura. 

Il modello rent to own è semplice.

L’utente può fare application direttamente dal nostro sito, rispondendo ad alcune domande. Noi procediamo facendo un assessment della rata sostenibile e quindi stabiliamo un match fra l’utente e le soluzioni presenti in piattaforma. 

L’utente può entrare subito in affitto e per i primi 4 anni può accantonare l’anticipo necessario per il mutuo, arrivando così al momento dell’acquisto in maniera graduale.

Conviene all’acquirente ma conviene anche al venditore, che in 4 anni si trova a vendere a un prezzo rivalutato e, nel frattempo, percepisce una rendita da locazione superiore alle redditività classiche delle locazioni a lungo termine. Oltre a essere una soluzione efficace nei casi in cui sia complicato trovare acquirenti interessati.

Il nostro vertical parla a un target molto specifico: professionisti digitali, locali o expats, altamente scolarizzati o qualificati, medio/alto spendenti. Eppure ha un potenziale di 50b € annuale.

Solo a Milano, oltre 15.000 rientrano nel nostro target diretto. E, allargando la prospettiva, si parla di decine di migliaia di potenziali clienti per ognuna delle principali città hub tech europee.

In questo periodo storico, inoltre, il mercato residenziale è messo alla prova dal rialzo dei tassi di interesse, e quindi dal rallentamento delle transazioni. Chi detiene un immobile oggi, deve quindi trovare modalità alternative per venderlo o valorizzarlo.

Dalle prime validazioni, quelle che arrivano in modo naturale, stiamo passando alla fase di crescita.

La sfida principale oggi è avere case a sufficienza per poter erogare il nostro servizio: se dal lato della domanda riscontriamo già grande interesse (senza spendere in advertising!), lato immobili le case non sono mai a sufficienza per soddisfare tutte le richieste.

Detto questo, siamo in fase di raccolta di capitali: la doppia sfida di chi fa startup molto spesso è coinvolgere investor e clienti contemporaneamente, per far si che i capitali accompagnino la crescita delle aziende.

Il network per noi è fondamentale, perché dietro al nostro marketplace ci sono tanti attori coinvolti e da coinvolgere (penso ai player real estate che hanno portafogli da valorizzare, oppure ai service provider che erogano servizi complementari all'acquisto di casa e relativi alle fasi di ingresso in una nuova casa o nella fase di maintenance). Il network per noi è essenziale per arrivare a bussare alle porte giuste.

Powerup! è sicuramente un bell'esempio di chi cerca di portare valore all'ecosistema e innescare un circolo virtuoso in grado permettere a tutti gli attori coinvolti di trarne beneficio.