TAC: la digitalizzazione come strumento di crescita e sostenibilità

Touch and Contact (TAC), partner della seconda edizione di PowerUp!, è una startup italiana che offre alle aziende uno strumento sostenibile e innovativo per fare networking.

Abbiamo avuto il piacere di intervistare il COO Matteo Saltarello per capire com’è nata l’idea di TAC, cos’è che la rende vincente e qual è il valore aggiunto che la piattaforma offre alle aziende.

Insieme abbiamo parlato di innovazione, sostenibilità e impatto ambientale. Ma anche di consapevolezza, coraggio e capacità di gettare il cuore oltre l’ostacolo.

Buona lettura!

Come quasi tutte le startup, TAC è nata da un’esperienza personale. Dopo una fiera internazionale, nel 2019, due dei quattro co-founder di TAC, Roberto e Riccardo, si sono trovati con una quantità di biglietti cartacei, senza riuscire a collegarli alle persone corrispondenti.

Questo è un problema comune. Spesso ci troviamo ad incontrare persone e interagire con loro, ma se non lasciamo un modo chiaro per tener traccia dei contatti, il rischio di perdere opportunità di business è alto.

Da qui l'idea di creare uno strumento semplice ed efficace per aumentare le conversioni generate dalla rete professionale. Credo che la chiave del successo finora sia proprio la semplicità, sia nella condivisione che nella gestione interna dell'azienda.

Incoraggiare le imprese ad abbracciare la digitalizzazione come strumento di crescita e di sostenibilità.

TAC è uno strumento per fare network in modo più innovativo, semplice ed efficace, e risolve quello che con i mezzi tradizionali (i biglietti da visita e le brochure di carta) si presenta al contrario come un triplice spreco.

Come dicevo, prima di tutto uno spreco di business.

Ma anche uno spreco di tempo (e di denaro), se si pensa che spesso nelle grandi aziende alcune risorse si devono occupare full time solo della gestione, stampa e produzione di questi materiali.

E poi ovviamente spreco di risorse, a discapito della sostenibilità.

Il nostro target sono aziende con relazioni esterne o importanti forze commerciali, e si fa presto a capire l’impatto ambientale a livello di carta utilizzata se si conta che ogni anno si stampano circa 100 biglietti da visita per ogni dipendente, di cui gran parte verranno gettati nell’immondizia.

D’altronde quando si parla di “biglietto da visita” si fa metaforicamente riferimento anche all’immagine che si dà di se stessi all’esterno: TAC è una scelta coerente, da ogni punto di vista. 

L’innovazione porta sul mercato qualcosa che ancora non esiste, risolvendo un problema attraverso un percorso alternativo.

Oggi la crisi ambientale è una delle principali sfide che stiamo affrontando e diventa difficile concepire l'innovazione senza considerare la sostenibilità.

Questo non significa che ogni innovazione, o startup, debba avere come mission un aspetto green ma che, quantomeno, non danneggi ulteriormente l’ambiente.

Siamo sul mercato da meno di due anni e abbiamo sperimentato una crescita significativa, soprattutto a livello di prodotto. Abbiamo concentrato i nostri sforzi principalmente su questo aspetto, sia ascoltando i feedback dei nostri clienti che investendo risorse.

All'inizio, abbiamo lanciato una piattaforma con funzionalità estremamente limitate, poco più di un MVP, per testare il mercato. 

Da lì, abbiamo sviluppato il prodotto, studiando i casi d'uso dei clienti e cercando di risolvere i problemi e le difficoltà riscontrate. 

Ci sono aspetti positivi e negativi.

Se si pensa alla burocrazia e alla cultura generale all’interno della quale ci muoviamo, avviare un’impresa qui in Italia è sicuramente più sfidante.

Dall’altro lato è importante tenere a mente che, proprio perché siamo ancora qualche passo indietro rispetto ad altri Paesi, il nostro è un mercato per certi versi inesplorato e che cresce di anno in anno. Aumentano i capitali stranieri che vogliono investire in Italia e aumenta il potere negoziale nelle mani degli startupper.

Lo scenario è estremamente dinamico.

Avviare un’impresa è per molti aspetti un’attività che richiede energie per via delle responsabilità e delle aspettative, personali e di chi hai vicino.

Per questo motivo mi sento di consigliare a chiunque voglia lanciarsi in questo tipo di avventura di scegliersi bene i compagni di viaggio.

Il team in una startup è tutto e riuscire a lavorare in armonia, in un contesto stimolante e con persone di cui si ha stima è fondamentale se si ambisce ad importanti risultati.

Senza, ovviamente, sottovalutare l’importanza fondamentale della conoscenza: del prodotto, del mercato, dei competitor e di tutte le metriche utili a misurare la fattibilità e le performance del proprio progetto. 

La consapevolezza è un prerequisito essenziale, prima di tutto alla luce degli investitori.

E questo è ancora più vero quando lanci una startup in un mercato in cui non hai punti di riferimento. È necessario saper “convivere” con dei punti interrogativi e decidere comunque di lanciarsi.

Noi abbiamo fatto così: abbiamo lanciato il cuore oltre l’ostacolo. 

Ed ha funzionato.