Prima di tutto trasparenza verso se stessi, ponendosi le domande necessarie e sforzandosi di trovare tutte le risposte. Solo così si riesce davvero a capire se quella che abbiamo è non solo un’idea brillante, ma anche un’idea realizzabile. E solo così si è davvero preparati a rispondere alle domande degli investitori, a comprenderne veramente il linguaggio e a essere credibili ai loro occhi.
Senza sottovalutare l’altro ingrediente fondamentale: l’umiltà. Ossia l’apertura costante e proattiva all’apprendimento, anche e soprattutto quando questo implica uscire al di fuori della propria comfort zone.
Questa, secondo il CEO e co-founder di Kampaay Daniele Arduini, è la regola numero uno quando si tratta di validare la propria idea di business e approcciarsi quindi al mondo degli investimenti, che siano VC o Business Angel.
Ne abbiamo parlato lo scorso 28 giugno in occasione della tappa veneziana di PowerUp!, la call organizzata da Qonto a supporto dell’ecosistema italiano delle startup. Sul palco anche Luca Carlucci, co-founder e CEO di BizAway e Paolo Dipierro, Head of acceleration di LVenture group.
Con Daniele Arduini abbiamo avuto il piacere di discutere più approfonditamente anche di ecosistema, Covid e dell’importanza di avere un team in grado di fare magie!
Di seguito l’intervista integrale.