Articolo a cura del Dottore Commercialista Giovanni Emmi.
Prima di analizzare insieme la tassazione di una Partita IVA, facciamo chiarezza su un aspetto importante, ossia le differenze fra tasse e imposte. Questo può sembrare un dettaglio minore, ma in realtà riflette una comprensione più ampia di come funziona il nostro sistema fiscale.
Quindi, che differenza c'è tra tasse e imposte?
Quindi, che differenza c'è tra tasse e imposte?
Tassa e imposta non sono sinonimi. Entrambe rientrano nella categoria più ampia dei tributi, che sono prelievi coattivi dello Stato o altri enti pubblici sulla ricchezza dei contribuenti. Ma la loro natura e scopo sono diversi.
- L'imposta è un tributo che non è collegato a una prestazione specifica da parte dello Stato o dell'ente che la impone. Viene pagata in base alla capacità contributiva del cittadino (ad esempio, l'IRPEF o l'IVA) e serve a finanziare i servizi pubblici indivisibili, come la difesa nazionale, la giustizia, o l'ordine pubblico.
- Le tasse, invece, sono legate a servizi specifici forniti dallo Stato o altri enti. Quando paghi una tassa, in teoria, stai pagando per un servizio diretto che ricevi (o che potresti ricevere). Esempi includono la TARI per lo smaltimento dei rifiuti, le tasse scolastiche, o la tassa di concessione governativa. A differenza delle imposte, potresti anche scegliere di non usufruire del servizio e quindi non pagare la tassa.
Possiamo quindi immaginare le imposte come un contributo obbligatorio per tutti, previsto dalla Costituzione italiana; le tasse sono invece assimilabili a un pagamento per servizi specifici.
Chiarito questo aspetto, andiamo adesso ad analizzare qual è la tassazione di una Partita IVA in Italia e che differenze ci sono in base alla tipologia e al regime fiscale.
Partita IVA 2023: i regimi fiscali
Regime forfettario
Il regime forfettario è una scelta fiscale che offre notevoli vantaggi, in particolare per la piccola impresa e il libero professionista. Questo regime permette di pagare un'imposta sostitutiva fissa, riducendo così il carico fiscale e amministrativo.
Dal 2023 il limite di fatturato per essere una Partita IVA forfettaria è stato aumentato a 85.000 euro, permettendo così a un maggior numero di imprenditori e liberi professionisti di accedere a questo regime. Il superamento del limite obbliga alla fuoriuscita dal regime per l’anno successivo.
Tuttavia, è importante notare che superando i 100.000 euro di ricavi, si perde immediatamente l'accesso a questo regime e si passa a quello ordinario di determinazione dell’iva e del reddito.
Un elemento chiave del regime forfettario è la possibilità di pagare una flat tax, o aliquota sostitutiva, che è fissata al 15%. Tuttavia, per i nuovi aderenti (se rispettano certi requisiti), la tassa è solo del 5% per i primi cinque anni.
I contributi previdenziali, da versare alla Gestione Separata INPS o alle casse professionali specifiche, sono calcolati in percentuale sul reddito imponibile. Ad esempio, per un traduttore con un fatturato di 40.000 euro e un coefficiente di redditività del 78%, il reddito imponibile sarà 31.200 euro, e i contributi INPS si baseranno su questo importo. Per gli iscritti alla gestione IVS artigiani e commercianti è possibile ridurre del 35% l’incidenza della previdenza.
Per una Partita IVA forfettaria, l'obbligo principale in termini di contabilità è la conservazione delle fatture emesse in ordine progressivo, utili per la dichiarazione dei redditi. Dal 2024 è stato introdotto l'obbligo di fatturazione elettronica anche per i forfettari, con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale.
Per una Partita IVA forfettaria, l'obbligo principale in termini di contabilità è la conservazione delle fatture emesse in ordine progressivo, utili per la dichiarazione dei redditi. Dal 2024 è inoltre stato introdotto l'obbligo di fatturazione elettronica anche per il regie forfettario, con lo scopo di contrastare l’evasione fiscale.
Regime semplificato
La contabilità semplificata per le imprese minori, con i nuovi limiti in vigore dal 2023, prevede che i soggetti con ricavi annui non superiori a 500.000 euro per prestazioni di servizi, o 800.000 euro per altre attività, siano esonerati dalla tenuta delle scritture contabili ordinarie.
Devono, però, tenere un registro cronologico dei ricavi percepiti e delle spese sostenute, con annotazioni dettagliate. Questo regime si estende automaticamente di anno in anno se non si superano i suddetti limiti. È possibile optare per il regime ordinario, con effetto dall'inizio del periodo d'imposta in cui viene esercitata l'opzione, vincolante per almeno tre anni. Rivenditori e distributori hanno considerazioni speciali per il calcolo dei limiti di ammissione a questi regimi semplificati.
Oltre al registro cronologico sono obbligati a tenere i registri Iva previsti dalla loro specifica attività:
- Registri Iva Vendite
- Registri Iva Acquisti
- Registri dei Corrispettivi
Regime ordinario
Il regime di contabilità ordinaria, stabilito dal DPR 600/1973, è obbligatorio per le società di capitali (come SPA, SRL, cooperative) e per le imprese individuali e le società di persone che superano certi limiti di fatturato. Per le attività di servizi, il limite è di 500.000 euro, mentre per altre attività è di 800.000 euro.
Nel regime ordinario, sono richiesti diversi libri contabili oltre i registri IVA.
Sono obbligatori per tutti il libro giornale e il libro degli inventari; il registro dei cespiti ammortizzabili non è obbligatorio se le relative annotazioni sono effettuate sul libro degli inventari.
Per le SRL sono obbligatori anche i libri sociali come libro verbali delle assemblee e libro verbali del consiglio di amministrazione.
In caso di presenza del collegio sindacale è obbligatorio il libro dei verbali del collegio sindacale.
Per le SPA, SAPA e cooperative è obbligatorio anche il libro dei soci che, nel caso delle SRL è tenuto dal registro delle imprese.
Il regime ordinario implica una gestione contabile dettagliata e precisa, seguendo il principio di competenza per la determinazione del reddito. Un ruolo fondamentale è quello della registrazione dei movimenti bancari, che devono essere puntuali e dettagliati, per evitare eventuali accertamenti fiscali.
In questo caso è molto utile l’utilizzo di soluzioni fintech evolute come Qonto che tracciano alla perfezione tutti i movimenti sui conti bancari, migliorando l’assessment contabile dell’azienda.
Quali tasse pagano le Partite IVA
Tassazione: imposte dirette e indirette
“Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.”
Un principio sancito dalla nostra Costituzione che è stato trasferito nel nostro sistema tributario.
Le imposte sono, come si diceva prima, la tangibile applicazione dell’articolo 53 della Costituzione della Repubblica Italiana e si distinguono in dirette e indirette.
Sulla base di questo principio, colpiscono direttamente o indirettamente il cittadino in funzione della sua capacità contributiva, con applicazioni e caratteristiche diverse.
Le imposte dirette
Le imposte dirette colpiscono direttamente la ricchezza esistente o quella generata dal cittadino.
- IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche): è un'imposta progressiva applicata al reddito complessivo delle persone fisiche. Le aliquote aumentano all'aumentare del reddito.
- IRES (Imposta sul Reddito delle Società): tassa sul reddito delle società di capitali, con un'aliquota fissa. Colpisce i profitti delle società.
- IRAP (Imposta Regionale sulle Attività Produttive): tassa proporzionale sul reddito delle attività produttive, come imprese e professionisti.
- Addizionali regionali e comunali: sono imposte applicate da Regioni e Comuni a tutti i cittadini residente, frutto della autonomia impositiva degli enti locali.
Le imposte indirette
Le imposte indirette si applicano ai trasferimenti di ricchezza oppure ai consumi, in entrambi i casi colpiscono la ricchezza contributiva dei soggetti che hanno maggiore capacità di spesa.
Alcuni esempi sono:
- IVA (Imposta sul Valore Aggiunto): una tassa sui consumi che colpisce la maggior parte dei beni e servizi.
- Imposta di Registro: si applica ai trasferimenti di proprietà (immobiliare principalmente) e a determinati atti soggetti a registrazione.
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Come incidono queste imposte sulla tassazione di una Partita IVA?
Le Partite IVA in regime forfettario non versano alcuna di queste imposte per i redditi professionali o di impresa, al contrario versano un'imposta c.d. sostitutiva di tutte queste imposte e dell'IVA.
Le Partite IVA in regime semplificato o ordinario, invece, versano le imposte secondo i criteri sopra indicati, con un distinguo se si tratta di persone fisiche o persone giuridiche. Le persone fisiche e le società di persone (snc, sas, s.s.) sono soggette a IRPEF, invece le società di capitali, enti e cooperative, sono soggetti a IRES.
L’IRAP ha una applicazione variabile e, progressivamente, viene sempre più circoscritta, essendo in previsione un suo annullamento
(L’annullamento dell’IRAP rappresenta potenzialmente un problema in quanto, attualmente, l’imposta finanzia principalmente il Servizio Sanitario Regionale.)
Tutti i soggetti in contabilità semplificata e ordinaria versano l’IVA, con un sistema di detrazione di imposta da imposta, oppure con regimi speciali di tassazione in caso di presenza di regimi particolari.
Aliquote fiscali
Dal 2024 le aliquote fiscali sono le seguenti per tutte le imposte:
- Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche, progressiva, con aliquote per il 2024 così strutturate:
Fino a 28.000 euro: 23%
Da 28.001 a 50.000 euro: 35%
Oltre 50.000 euro: 43%
- Imposta sul Reddito delle Società, con aliquota fissa del 24% per il 2024
- Imposta Regionale sulle Attività Produttive, generalmente al 3,9%, variabile a seconda della regione e del tipo di attività
- Imposta sul Valore Aggiunto, principale imposta indiretta, con aliquota standard del 22%.
Vi sono aliquote ridotte pari al 4, 5 e 10 per cento. Inoltre vi è la previsione di esenzione IVA per alcune prestazioni tra cui quelle mediche e funebri e la non imponibilità per questioni di territorialità, in riferimento alle operazioni con l’estero.
- Infine, l’Imposta di Registro viene applicata sui trasferimenti di proprietà e su atti soggetti a registrazione con un'aliquota che varia tra l’1% e il 15%.
Detrazioni e deducibilità
Come funzionano le detrazioni
La riforma fiscale dell'IRPEF che è entrata in vigore nel 2024, ha introdotto diverse modifiche, oltre alla riforma degli scaglioni IRPEF, ridotti da 4 a 3 con percentuali diversi.
Ecco cosa è cambiato:
- La detrazione per i lavoratori dipendenti con un reddito complessivo non superiore a 15.000 euro aumenta da 1.880 euro a 1.955 euro.
- Viene introdotto un trattamento integrativo per i contribuenti con reddito complessivo non superiore a 15.000 euro, nel caso in cui l'imposta lorda sui redditi da lavoro dipendente sia superiore alla detrazione per lavoro dipendente, diminuita di 75 euro.
- Per gli acconti IRPEF e le addizionali per il 2024 e 2025, si assume come riferimento l'imposta che si sarebbe determinata senza applicare le nuove disposizioni.
- Per chi ha un reddito complessivo superiore a 50.000 euro, le detrazioni dall'imposta lorda per alcuni oneri diminuiscono di 260 euro.
- Le regioni, province autonome, e comuni hanno tempo fino al 15 aprile 2024 per adeguare le loro addizionali IRPEF alle nuove norme. Trento e Bolzano hanno tempo fino al 15 maggio 2024.
- Dal 31 dicembre 2023, il costo del personale di nuova assunzione a tempo indeterminato viene maggiorato del 20% ai fini della determinazione del reddito. Questa agevolazione non è applicabile a società in liquidazione o crisi d'impresa.
- Viene abolita la norma che permetteva la deduzione del rendimento nozionale del nuovo capitale proprio per le società e i soggetti passivi Ires, a partire dal periodo d'imposta successivo al 31 dicembre 2023
Calcolo tasse: spese deducibili per le Partite IVA
L'inerenza dei costi è una condizione fondamentale per la loro deducibilità dal reddito d'impresa o di lavoro autonomo.
Un costo è considerato inerente quando è strettamente connesso alla produzione del reddito. Tassare un reddito lordo senza considerare le spese necessarie per generarlo sarebbe una misura della ricchezza solo apparente.
Questo principio, già radicato nelle concezioni filosofiche ed economiche, è stato applicato nelle scienze aziendali. La misurazione del risultato economico di un esercizio avviene così tramite la contrapposizione tra costi e ricavi che devono essere inerenti.
- Da un punto di vista fiscale, per i forfettari, i costi sono sempre non deducibili, pur essendo obbligatoria la loro rappresentazione in dichiarazione dei redditi.
- Per i professionisti e per i soggetti in contabilità semplificata in genere, il concetto di inerenza prevede il reale pagamento del costo sostenuto per stabilire la sua deducibilità.
Poi vi sono alcune spese che, per loro natura o per disposizione specifica tributaria, hanno una deducibilità limitata o parziale.
Si tratta ad esempio delle spese di pubblicità e rappresentanza che sono spesso oggetto di attenzione nell'ambito della deducibilità fiscale. Per essere deducibili, devono essere inerenti all'attività e documentate adeguatamente, inoltre possono subire delle limitazioni da un punto di vista della percentuale di detrazione.
Alcune spese possono essere deducibili solo in parte. Ne sono un classico esempio due categorie di spese: le spese per autoveicoli, che sono generalmente deducibili in percentuali variabili, in funzione dell'uso effettivo dell'autoveicolo per attività professionali, e le spese telefoniche,che possono essere dedotte in parte, basandosi sull'uso stimato per attività professionali.
Vi sono poi alcune spese espressamente escluse dalla deducibilità per disposizione fiscale.
Partita IVA - Costi e tasse: risorse e strumenti utili
Per le Partite IVA italiane, sul sito dell’Agenzia delle Entrate è possibile trovare diverse risorse utili, principalmente software, che permettono di interagire con l’agenzia fiscale italiana in sicurezza e semplicità.
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