Articolo a cura di Marzia Chiuselli, Dottore Commercialista specializzata in business online.
Freelance: come metterti in regola per vendere i tuoi servizi online
In questo articolo troverai alcuni consigli e raccomandazioni per promuovere al meglio i tuoi servizi online.
Chiariamo innanzitutto che, per poter vendere i tuoi servizi online, dovrai fin da subito aprire la Partita IVA , dal momento in cui inizierai a promuoverti online, sia tramite il tuo sito o i tuoi canali social (trovi qui maggiori dettagli).
I documenti necessari e l’iter burocratico da seguire per aprire la Partita IVA per i freelance sono davvero pochi. Ti basterà scegliere il/la commercialista specializzato/a in business online, consegnare il tuo documento d’identità, scegliere il codice ATECO e valutare il regime fiscale più conveniente.
Cosa significa lavorare come freelance?
Ma facciamo un passo indietro: cosa significa lavorare come freelance?
Quanti sono i freelance in Italia
Durante il 2022 in Italia, secondo l’analisi condotta dall’Osservatorio sulle Partite IVA del Dipartimento delle Finanze, sono nate circa 501.500 nuove Partite IVA.
Questo significa che il settore dei servizi si sta sviluppando ed è il momento ideale per fare quel passo e aprire la tua Partita IVA. Per i freelance la Partita IVA solitamente si ottiene in un paio di giorni al massimo, questa ti consentirà di vendere legalmente i tuoi servizi online sia in Italia che all’estero.
Vendere i tuoi servizi in Europa
Per poter vendere i tuoi servizi ad un cliente con Partita IVA residente nell’Unione Europea, non è necessario aprire un'altra Partita IVA. Sarà invece fondamentale che siate entrambi iscritti al VIES, che è un archivio gratuito che consente di poter effettuare operazioni intra-comunitarie.
Prestazioni di servizi a clienti intra-comunitari
Se hai deciso di vendere i tuoi servizi a clienti privati intracomunitari – che non hanno la Partita IVA – devi considerare che puoi farlo senza obblighi aggiuntivi rispetto a quanto scritto sopra fino al limite di 10.000 euro di fatturato nell’anno (fatturato da considerare nei confronti di clienti privati intracomunitari).
La soluzione più pratica è quella di aderire al Regime OSS perché è un sistema che permette di evitare tutta la burocrazia di apertura di Partita IVA in ciascun paese UE in cui vendi i tuoi servizi.
Consulenze, corsi live e video corsi registrati: cosa cambia fiscalmente?
Negli ultimi anni, si è registrato un aumento di webinar e video corsi in rete, frutto anche del periodo Covid che ci ha impedito di fare alcune attività in presenza e che ci ha spinto ad utilizzare nuove piattaforme di comunicazione.
Fiscalmente, le consulenze e i video corsi erogati in diretta sono considerati prestazioni di servizi, in quanto c’è una interazione diretta tra te e i tuoi clienti.
Dal punto di vista fiscale possono essere erogati senza particolari problemi da freelance in quanto possono essere paragonate a una consulenza in presenza o un corso formativo erogato in aula, in cui internet rappresenta semplicemente il mezzo di comunicazione. Se il servizio di consulenza e/o il corso viene venduto online, quindi acquistando e pagando tramite un sito internet in modo automatizzato, non cambia nulla sul piano fiscale.
Per quanto riguarda invece i video corsi registrati, siccome tutto il processo di acquisto si svolge interamente online e in modo automatizzato - dalla vendita alla fruizione del materiale - dal punto di vista fiscale questa attività si configura come commercio elettronico, che comporta altri obblighi rispetto all’attività di freelance. Questa implica che per esercitarla è necessario:
- iscriversi al Registro delle Imprese;
- versare i contributi alla gestione commercianti INPS;
- presentare la pratica SCIA al tuo comune.
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