Articolo a cura del Dottore Commercialista Giovanni Emmi
Il regime forfettario è un sistema fiscale agevolato rivolto a titolari di Partita IVA che esercitano attività d'impresa, arte o professione. Questo regime permette di semplificare notevolmente il calcolo delle tasse e ridurre il carico fiscale per i contribuenti con ricavi o compensi annui non superiori a 85.000 euro.
Il regime forfettario si distingue dal regime ordinario di tassazione per le imprese e per i professionisti per l'applicazione di un'imposta sostitutiva proporzionale al reddito imponibile. Attualmente, l'aliquota ordinaria è fissata al 15%, ma per le nuove attività può scendere al 5% per i primi cinque anni, in presenza di determinati requisiti. L'imposta sostitutiva va a sostituire l'IRPEF, le addizionali regionali e comunali, l'IRAP e l'IVA, semplificando notevolmente la gestione fiscale per il contribuente.
Il calcolo del reddito imponibile su cui applicare l'imposta avviene in modo forfettario, applicando all'ammontare dei ricavi o compensi percepiti un coefficiente di redditività che varia in base al codice ATECO dell'attività esercitata. In questo modo si determinano in maniera semplificata i costi deducibili, senza dover tenere una contabilità analitica.
Per accedere al regime forfettario bisogna rispettare alcuni requisiti, sia in termini di ricavi/compensi (non oltre 85.000 euro) sia di spese per lavoro dipendente e collaboratori (non oltre 20.000 euro). Inoltre, ci sono cause di esclusione legate al possesso di partecipazioni, all'esercizio di attività prevalente nei confronti dell'ex datore di lavoro o al contemporaneo svolgimento di lavoro dipendente sopra i 30.000 euro.
Prima di scegliere il regime, è quindi importante verificare con attenzione la sussistenza delle condizioni.
Come calcolare le tasse con il regime forfettario?
Il calcolo delle tasse con il regime forfettario segue un procedimento semplificato: si parte sempre dall'ammontare totale dei ricavi o compensi percepiti nell'anno solare e a questa cifra si applica poi il coefficiente di redditività previsto per il proprio codice ATECO di attività.
Questo coefficiente rappresenta la percentuale dei ricavi che viene considerata come reddito imponibile, e varia dal 40% per alcune attività professionali fino all'86% per il commercio al dettaglio di prodotti alimentari e bevande.
Una volta determinato il reddito imponibile, si possono dedurre i contributi previdenziali obbligatori versati nell'anno, ottenendo così la base imponibile su cui calcolare l'imposta sostitutiva con l'aliquota del 15% (o del 5% per le nuove attività).
Facciamo un esempio pratico per un lavoratore autonomo, come un consulente informatico, con codice ATECO 62.02.00 e coefficiente di redditività del 78%. Se nell'anno ha percepito compensi per 50.000 euro e versato contributi previdenziali per 5.000 euro, il calcolo sarà:
- Reddito imponibile: 50.000 x 78% = 39.000 euro
- Contributi deducibili: 5.000 euro
- Imponibile finale: 39.000 - 5.000 = 34.000 euro
- Imposta sostitutiva: 34.000 x 15% = 5.100 euro
Prendiamo ora il caso di un commerciante al dettaglio di abbigliamento (codice ATECO 47.71.10), con coefficiente di redditività del 54%. Se ha conseguito nell'anno ricavi per 80.000 euro e versato 3.000 euro di contributi INPS, avremo:
- Reddito imponibile: 80.000 x 54% = 43.200 euro
- Contributi deducibili: 3.000 euro
- Imponibile finale: 43.200 - 3.000 = 40.200 euro
- Imposta sostitutiva: 40.200 x 15% = 6.030 euro
È evidente che pur partendo da ricavi più alti, il commerciante ha un reddito imponibile non molto superiore al consulente, per via del diverso coefficiente di redditività della sua attività.
Come calcolare il netto dal lordo con Partita IVA in regime forfettario
Per calcolare il guadagno netto di un forfettario, occorre partire dai ricavi lordi, applicare il coefficiente di redditività, sottrarre i contributi previdenziali e infine togliere le tasse (imposta sostitutiva). Il risultato rappresenta il netto che rimane in tasca al titolare della Partita IVA.
Ad esempio per calcolare il guadagno netto di un lavoratore autonomo in regime forfettario, come un idraulico, si parte dai ricavi lordi annui e si segue questo procedimento:
- Si applica il coefficiente di redditività previsto per il codice ATECO dell'attività. Nel caso dell'idraulico (codice 43.22.01), il coefficiente è dell'86%. Ciò significa che l'86% dei ricavi viene considerato come reddito imponibile.
- Si calcolano i contributi previdenziali INPS da versare. Per gli artigiani, l'aliquota è del 24% del reddito imponibile. Questi contributi sono interamente deducibili dal reddito.
- Si sottrae dal reddito imponibile l'ammontare dei contributi, ottenendo l'imponibile netto su cui calcolare le tasse.
- Si applica l'imposta sostitutiva del 15% (o del 5% per le nuove attività) all'imponibile netto. Questa imposta sostituisce IRPEF, addizionali, IRAP e IVA.
- Si sottrae l'imposta sostitutiva dal reddito imponibile netto per ottenere il guadagno netto annuo.
Come si calcola il guadagno netto nel regime forfettario?
Vediamo come si calcola nel dettaglio per un idraulico con ricavi di 60.000 euro:
- Reddito imponibile: 60.000 x 86% = 51.600 euro
- Contributi INPS: 51.600 x 24% = 12.384 euro
- Imponibile netto: 51.600 - 12.384 = 39.216 euro
- Imposta sostitutiva: 39.216 x 15% = 5.882 euro
- Guadagno netto annuo: 51.600 - 12.384 - 5.882 = 33.334 euro
In sintesi, a fronte di ricavi per 60.000 euro, l'idraulico in regime forfettario avrebbe un guadagno netto di 33.334 euro, pari a circa il 56% del fatturato. Questo perché deve versare 12.384 euro di contributi INPS e 5.882 euro di imposta sostitutiva.
Questo è solo un esempio basato su un fatturato ipotetico. Il guadagno effettivo dipenderà dai ricavi reali e da eventuali costi non deducibili (es. interessi passivi, beni strumentali oltre 516,46 euro, etc.) che potrebbero ridurre ulteriormente il netto.
Il calcolo dei contributi previdenziali
Nel regime forfettario, i contributi previdenziali obbligatori sono calcolati sul reddito imponibile determinato forfettariamente, applicando il coefficiente di redditività all'ammontare dei ricavi o compensi. L'aliquota contributiva e le modalità di versamento variano a seconda della cassa previdenziale di appartenenza.
- Per gli artigiani e i commercianti iscritti alla gestione IVS dell'INPS, l'aliquota ordinaria è rispettivamente del 24% e del 24,48% del reddito imponibile. Questo include sia i contributi IVS (invalidità, vecchiaia e superstiti) che quelli per maternità e malattia. I contributi vanno versati all'INPS tramite modello F24, con cadenza trimestrale (entro il 16/05, 20/08, 16/11 e 16/02), in misura fissa e con le stesse scadenze della dichiarazione dei redditi per la parte variabile.
Tuttavia, la Legge di stabilità 2016 ha introdotto la possibilità per artigiani e commercianti di applicare una riduzione del 35% sull'aliquota ordinaria, a patto di essere in regola con i versamenti contributivi. Per accedere a questa agevolazione, occorre inviare una richiesta telematica all'INPS entro il 28 febbraio di ciascun anno a cui la riduzione si riferisce. Con lo "sconto" del 35%, l'aliquota per artigiani e commercianti scende dal 24% (24,48%) al 15,6% (15,9%) del reddito imponibile.
- Per i professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS, l'aliquota contributiva è invece pari al 25,72% del reddito imponibile, fino al raggiungimento del massimale annuo di reddito (per il 2023 pari a 105.014 euro). Anche in questo caso, i contributi si versano all'INPS con modello F24, con le medesime scadenze della dichiarazione dei redditi.
Vediamo un esempio di calcolo per un commerciante al dettaglio con ricavi annui di 50.000 euro e coefficiente di redditività del 54%:
- Reddito imponibile: 50.000 x 54% = 27.000 euro
- Contributi INPS ordinari: 27.000 x 24,48% = 6.610 euro
- Contributi INPS con riduzione 35%: 27.000 x 15,9% = 4.293 euro
Senza la riduzione del 35%, il commerciante dovrebbe versare 6.610 euro di contributi INPS.
Applicando la riduzione, i contributi scendono a 4.293 euro, con un risparmio di 2.317 euro. Questo importo andrà versato in quattro rate trimestrali da 1.073 euro ciascuna.
Nel caso di un professionista con Partita IVA e compensi annui di 40.000 euro, con coefficiente di redditività del 78%, il calcolo sarebbe:
- Reddito imponibile: 40.000 x 78% = 31.200 euro
- Contributi Gestione Separata INPS: 31.200 x 25,72% = 8.025 euro
Il professionista dovrà quindi versare 8.025 euro di contributi alla Gestione Separata con una rata a saldo l’anno successivo e due rate in acconto.
In ogni caso, i contributi previdenziali obbligatori versati sono interamente deducibili dal reddito imponibile su cui calcolare l'imposta sostitutiva del 15% (o 5%)
Le tasse con il regime forfettario
Coefficiente di redditività
Il coefficiente di redditività è un parametro percentuale che serve a determinare forfettariamente il reddito imponibile nel regime forfettario. Esso esprime la percentuale dei ricavi o compensi che viene considerata come base imponibile per il calcolo di contributi e tasse, in sostituzione della determinazione analitica di costi e ricavi.
Il coefficiente di redditività varia in funzione del codice ATECO dell'attività esercitata, e precisamente in base al gruppo di settore economico cui appartiene il codice.
In generale, i coefficienti sono più bassi per le attività professionali (es. 78% per le attività professionali ordinistiche) e più alti per quelle commerciali (es. 40% per bar e ristoranti, 86% per il commercio al dettaglio di alimentari e per le costruzioni). Questo perché si presume che le attività professionali abbiano costi maggiori in proporzione ai compensi percepiti.
- Ad esempio, un avvocato (codice ATECO 69.10.10) con compensi annui di 50.000 euro avrà un coefficiente di redditività del 78%, per cui il suo reddito imponibile sarà di 39.000 euro (50.000 x 78%). Sarà su questa cifra che dovrà calcolare contributi e imposta sostitutiva, a prescindere dai costi effettivamente sostenuti.
- Invece, un idraulico (codice ATECO 43.22.01) che fattura 50.000 euro avrà un coefficiente dell'86%, quindi un reddito imponibile di 43.000 euro (50.000 x 86%). Questo perché si ipotizza che la sua attività abbia meno costi proporzionali rispetto a quella dell'avvocato.
Il coefficiente di redditività è molto importante nella scelta del regime forfettario, perché influenza in modo determinante il carico fiscale e contributivo.
A parità di ricavi, un'attività con un alto coefficiente pagherà più tasse e contributi di una con coefficiente basso. Quindi, prima di optare per il forfettario, è fondamentale verificare quale sia il coefficiente previsto per il proprio codice ATECO e valutare la convenienza rispetto ad altri regimi.
Imposta sostitutiva
L'imposta sostitutiva è il tributo che caratterizza il regime forfettario. Come dice il nome stesso, si tratta di un'imposta che sostituisce tutte le altre normalmente previste per le partite IVA in contabilità ordinaria o semplificata.
In particolare, l'imposta sostitutiva nel forfettario tiene luogo di:
- IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche)
- Addizionali regionali e comunali all'IRPEF
- IRAP (imposta regionale sulle attività produttive)
- IVA (imposta sul valore aggiunto)
Questo significa che il contribuente forfettario, invece di calcolare e versare separatamente questi tributi, applica un'unica aliquota sul proprio reddito imponibile determinato forfettariamente.
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Quante tasse si pagano con il regime forfettario?
Nel regime forfettario, l'ammontare delle tasse da pagare è determinato applicando un'aliquota fissa del 15% al reddito imponibile, calcolato forfettariamente in base ai coefficienti di redditività.
Tuttavia, per le nuove attività è previsto un regime ancora più vantaggioso. L'aliquota dell'imposta sostitutiva, infatti, è ridotta al 5% per i primi cinque anni di attività, in presenza di determinati requisiti:
- il contribuente non deve aver esercitato, nei tre anni precedenti, altra attività d'impresa, artistica o professionale, anche in forma associata o familiare;
- la nuova attività non deve costituire prosecuzione di altra attività precedentemente svolta sotto forma di lavoro dipendente o autonomo (eccetto il periodo di pratica obbligatoria);
- in caso di prosecuzione di attività svolta da altri, i ricavi del periodo d'imposta precedente non devono superare il limite per l'accesso al regime forfettario.
Quindi, se un lavoratore autonomo apre Partita IVA per la prima volta nel 2023, senza aver svolto attività simili nei 3 anni precedenti, nei primi 5 anni pagherà solo il 5% di imposta sostitutiva sul proprio reddito imponibile, anziché il 15%.
La possibilità di pagare meno di un terzo delle normali tasse per i primi 5 anni rappresenta un notevole vantaggio per le startup e le nuove attività individuali, permettendo di alleggerire il carico fiscale nella delicata fase di avvio.
Quante tasse paga un forfettario il primo anno?
Per capire meglio quanto si paga di tasse con il regime forfettario il primo anno di attività, facciamo un esempio concreto.
Immaginiamo che un giovane geometra apra la Partita IVA nel 2023 per iniziare la sua attività di libero professionista. Trattandosi di una nuova attività, senza precedenti negli ultimi 3 anni, potrà applicare l'aliquota ridotta del 5% per i primi 5 anni.
Ipotizziamo che nel suo primo anno di attività, il 2023, il geometra consegua compensi per 30.000 euro. Il suo codice ATECO è 71.11.00, a cui corrisponde un coefficiente di redditività del 78%.
Quindi il suo reddito imponibile sarà:
30.000 x 78% = 23.400 euro
Supponiamo poi che versi contributi previdenziali alla sua cassa (Inarcassa) per 4.000 euro.
23.400 - 4.000 = 19.400 euro
Su questa cifra dovrà calcolare l'imposta sostitutiva del 5%, che sarà pari a:
19.400 x 5% = 970 euro
Quindi, a fronte di 30.000 euro di compensi, il geometra pagherà solo 970 euro di imposta sostitutiva nel suo primo anno di attività. Un bel risparmio rispetto al 15% ordinario, che sarebbe stato di 2.910 euro.
Se manterrà questi livelli di compensi, nei suoi primi 5 anni di attività il geometra verserà solo il 5% di imposta sostitutiva, risparmiando il 10% ogni anno rispetto all'aliquota ordinaria. Un vantaggio non da poco per avviare la propria attività professionale.
Naturalmente, oltre all'imposta sostitutiva, il geometra dovrà versare anche i contributi previdenziali, che però sono deducibili e danno diritto a prestazioni pensionistiche e assistenziali.
Strumenti per calcolare le tasse
Esistono diversi strumenti online che possono aiutare i contribuenti in regime forfettario a calcolare le tasse dovute in modo semplice e veloce. Uno di questi è il tool gratuito "Calcolo imposte Regime forfettario" che puoi trovare a questo link.
Calcolo tasse online
Si tratta di un calcolatore intuitivo che permette di stimare l'imposta sostitutiva da versare inserendo pochi dati:
- Il settore di attività, selezionandolo tra le opzioni proposte (che rispecchiano i vari gruppi di codici ATECO)
- I ricavi lordi annui, che non devono superare gli 85.000 euro
- L'ammontare dei contributi previdenziali versati nell'anno
- Se si tratta di una nuova attività o meno
Sulla base di questi input, il tool applica in automatico il corretto coefficiente di redditività in base al settore di attività, e calcola il reddito imponibile.
Se si tratta di una nuova attività (avviata da meno di 5 anni), viene applicata l'aliquota agevolata del 5%, altrimenti quella ordinaria del 15%.
Il calcolatore procede sottraendo i contributi previdenziali dal reddito imponibile, e applicando poi l'aliquota del 5% o 15% all'imponibile netto, ottenendo così l'imposta sostitutiva dovuta.
Il tool restituisce quindi l'output del calcolo, permettendo di conoscere in pochi click quanto si dovrà versare come imposta sostitutiva per l'anno in corso.
La dashboard aziendale di Qonto
Qonto mette a disposizione dei propri clienti una dashboard aziendale che può semplificare notevolmente la gestione finanziaria e il calcolo delle tasse, incluse quelle da versare nel regime forfettario.
La dashboard aziendale di Qonto è un'interfaccia che permette di visualizzare in tempo reale tutti i movimenti in entrata e uscita del proprio conto business. Questo strumento consente di monitorare costantemente il flusso di cassa, analizzando l'andamento di fatturato, spese e ricavi.
Per accedere alla dashboard, basta effettuare il login al proprio conto Qonto dall'app desktop, selezionare "Gestione flusso di cassa" nel menu principale e cliccare su "Dashboard".
Qui si troveranno diverse sezioni, ciascuna delle quali fornisce dati specifici:
- Saldo disponibile
- Variazione di cassa
- Entrate
- Uscite
- Flusso di cassa
- Entrate per categoria/cliente/periodo
- Uscite per categoria/fornitore/periodo
Queste dashboard sono personalizzabili in base alle proprie esigenze. Oltre a poter modificare l'intervallo temporale di riferimento, per molte sezioni è possibile applicare filtri e criteri avanzati per estrapolare esattamente i dati desiderati.
- Dal punto di vista fiscale, poter monitorare in tempo reale entrate e uscite, categorizzate in modo preciso, rappresenta un grande vantaggio per i contribuenti forfettari. La dashboard di Qonto permette infatti di avere sempre sotto controllo il totale dei ricavi/compensi incassati, verificando di non superare la soglia degli 85.000 euro annui.
- Inoltre, le funzionalità di categorizzazione automatica di Qonto consentono di identificare le voci di costo deducibili, come i contributi previdenziali, e di tenerne traccia. Questo semplifica la determinazione del reddito imponibile su cui applicare l'imposta sostitutiva.
- La dashboard fornisce anche una stima in tempo reale delle tasse da pagare, calcolate applicando al reddito imponibile (ricavi - costi deducibili) il coefficiente di redditività della propria attività e l'aliquota del 15% o 5%. In questo modo si può sempre avere un'idea aggiornata del proprio debito d'imposta.
- Infine, la possibilità di collegare il conto Qonto al proprio gestionale di fatturazione o al commercialista permette di condividere i dati di fatturato e costi in modo immediato, rendendo più rapida la predisposizione di bilanci e dichiarazioni.
In definitiva, utilizzare la dashboard aziendale di Qonto può semplificare notevolmente la gestione finanziaria e il calcolo delle tasse per i contribuenti in regime forfettario, automatizzando la categorizzazione di ricavi e costi, fornendo una stima sempre aggiornata dell'imposta dovuta e agevolando la condivisione dei dati con il proprio commercialista.