Il distacco del lavoratore è una modalità (una tipologia di rapporto di lavoro) spesso scelta da un datore di lavoro in caso di particolari necessità. Si tratta infatti della possibilità di lasciar eseguire una determinata attività lavorativa ad un proprio dipendente presso un’altra azienda per interesse produttivo e lavorativo (comprovate ragioni).
In questo caso la prestazione lavorativa di un dipendente è infatti temporaneamente dislocata e si esercita il lavoro presso un'altra sede: si tratta dell'esecuzione dell'attività lavorativa dislocata. Come funziona il distacco del lavoratore? Implica anche una ditta individuale? Qual è il ruolo del datore di lavoro? Chi è il distaccatario? Che tipo di prestazione lavorativa deve essere garantita e quali contratti entrano in gioco? Esiste un limite di km? Come funziona con il conto corrente aziendale?
Per rispondere a tutte queste domande, vediamo insieme quando lo svolgimento di questa attività può essere possibile, la durata, in quali termini e quali sono gli adempimenti.
Cos'è il distacco di lavoro?
In un rapporto classico di lavoro, ogni dipendente offre la propria prestazione per la sua azienda, impegnandosi a lavorare esclusivamente per l’azienda che lo ha assunto. Tuttavia, in Italia, è permesso un fenomeno chiamato distacco del lavoratore interessato e disciplinato dall’art. 30 del D. Lgs. 276/03 rispettando alcuni requisiti di legge.La presenza del lavoratore è letteralmente dislocata: si tratta di un mutamento temporaneo di sede e di a volta anche di mansione.
Questo fenomeno consente al datore di lavoro (distaccante) di impegnare temporaneamente uno o più dei suoi lavoratori (lavoratori distaccati, ovverosia il soggetto che deve mettere in attimo lo spostamento momentaneo) presso un diverso datore (distaccatario). Importante è sottolineare anche la temporaneità di questa modalità, il cui potere direttivo spetta al datore di lavoro. Qualora non fosse temporaneo, lo spostamento sarebbe un vero e proprio trasferimento.
Quando può avvenire il lavoro distaccante?
Tale accordo deve avvenire per comprovate esigenze legate ai benefici apportati alla stessa azienda. Il dipendente continuerà ad avere rapporti di lavoro subordinato solo con il distaccante, il quale mantiene il diritto di dirigere il suo dipendente - ovviamente tenendo conto delle necessità anche dell’impresa che lo accoglie.
A stabilire gli obblighi da osservare per l'attuazione del distacco e le mansioni che possono essere assegnate all'impiegato è la relativa normativa.
Obbligo dei soggetti interessati al distacco lavoratore
Vista la particolarità del fenomeno, la legge è chiara nello stabilire e nel sottolineare che è solo il titolare dell’impresa originaria a doversi occupare della retribuzione del lavoratore distaccato. In tal senso, ai fini del distacco, il datore è obbligato a:
• Pagare lo stipendio
• Elaborare le cedole paga con relative comunicazioni in merito a presenze, assenze e ferie
• Effettuare le ritenute fiscali, continuando a svolgere il suo ruolo di sostituto d’imposta, al versamento dell’Irpef e quello delle addizionali (comunali e regionali)
• Versare i contributi secondo l’inquadramento originario del lavoratore
• Provvedere alle assicurazioni infortuni e malattie
Al distaccatario spetta solo l’obbligo di sicurezza nel luogo in cui verrà svolta l’attività lavorativa e il rispetto del contratto stabilito.
Distacco lavoratore: quali condizioni?
Affinché possa essere utilizzato tale strumento messo a disposizione dalla legge, è necessario che ci sia una vera e comprovata necessità aziendale. Si tratta di un bisogno produttivo, documentabile per tutto il tempo in cui viene effettuato il distacco del lavoratore.
Identificare l’interesse a volte non è facile e può essere difficile mettere in pratica il distacco di lavoro. Spesso può rivelarsi complicata la formazione dei lavoratori per l’acquisizione di nuove competenze utili all’impresa.
Natura temporanea del distacco
Un’altra condizione per procedere al distacco lavoratore è che esso abbia natura temporanea.
Nonostante tale requisito, però, non è specificata dalla legge alcuna necessità di comunicazione obbligatoria anticipata in merito alla durata. Non rispettare tali condizioni equivale ad attuare un comportamento illegittimo.
Distacco lavoratore: esempi di situazioni particolari
Per legge, sono due in particolare le situazioni in cui si attua il distacco di lavoro:
- L’impiegato è invitato a svolgere delle mansioni diverse da quelle che già intraprende lavorando in un’altra impresa e ciò è fattibile solo se vi è un consenso da parte del distaccato.
- L’impiegato è invitato a svolgere tali mansioni in una sede di lavoro molto distante da quella originaria. In questo caso, bisogna che ne sia comprovata la reale esigenza per ragioni tecniche, produttive, organizzative e sostitutive.
Distacco lavoratore: comunicazione obbligatoria e obblighi
Affinché il distacco del lavoratore possa essere attuato è necessario che il titolare consegni al dipendente una lettera di distacco in cui sono contenuti:
• Tutte le indicazioni relative alla sede legale e alla ragione sociale della ditta in cui avverrà la prestazione di lavoro.
• La data di inizio rapporto e di inizio della nuova prestazione lavorativa o dei servizi, congruamente anticipata in modo che il dipendente possa organizzarsi.
• Se ipotizzabile, la durata del distacco.
• Il motivo che è alla base dell’interesse del datore.
Distacco lavoratore comunicazione obbligatoria? Quali prestazioni sono possibili? Che altro fare? Come deve essere comunicato legalmente? Che tipo di trattamento? Quali sono le norme e le leggi? Che tipo di trattamento economico e normativo? Tra gli altri obblighi può esserci anche la firma di accettazione del dipendente. Questo accade solo nel caso in cui per legge si richieda il suo consenso.
Datore di lavoro e distaccatario: quali accordi?
Un altro adempimento riguarda l’accordo tra il datore di lavoro e il distaccatario, affinché venga chiarito l'iter da seguire:
• I dati identificativi di tutte e 3 le unità;
• Il motivo di interesse;
• Le mansioni che l’impiegato svolgerà all’interno dell’impresa ospitante.
Distacco lavoratore all’estero
Se la sede in cui il dipendente si dovrà recare non è in Italia ma all’estero, occorre tener conto delle convenzioni bilaterali se il Paese ospitante è convenzionato con l'Italia. Alcune di queste convenzioni prevedono anche il distacco per i lavoratori autonomi.
Distacco del lavoratore e UE
Come anticipato, i datori di lavoro hanno la possibilità di chiedere ai propri dipendenti di lavorare temporaneamente in un altro paese dell'Unione Europea. Si tratta quindi di una modalità volta a favorire la libera circolazione dei lavoratori.
Il distacco lavorativo (ma non economico) avviene ufficialmente quando un lavoratore di uno stato membro (stato di invio) è inviato dal proprio dipendente (il quale a sua volta lavora in uno stato membro) in un altro Paese dell'Unione (stato di occupazione) per esercitare il proprio la propria attività. In questo caso il dipendente è definito lavoratore distaccato.
In questo caso il distacco può riguardare sia il lavoratore dipendente che il lavoratore autonomo (altro soggetto che si aggiunge ai dipendenti). Tutte le informazioni sono presenti sul Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
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