Cosa fa un’azienda Femtech? Sviluppa prodotti e servizi tecnologici per il benessere e la salute femminili rovesciando l’approccio one-fits-all a favore di una prospettiva di genere.
Rendere più accessibile la salute: la rivoluzione FemTech di Geen
Una rivoluzione di cui si fanno portavoci anche Lucia Vernino e Giulia Marchese, co-foundress di Geen: la prima piattaforma di matching tra figure specializzate e utenti per la cura della salute sessuale e riproduttiva.
Giulia Marchese è stata una delle protagoniste di StrongHer Talks, il video-podcast di Qonto dedicato alle donne che fanno impresa in Italia (qui il link alla puntata); oggi incontriamo Lucia Vernino, che ci racconta più da vicino obiettivi e sfide di Geen e di come, attraverso questa piattaforma, i servizi di salute e benessere possano davvero diventare più accessibili.
La missione di Geen
Geen: che cos’è, qual è la vostra missione e cosa vi contraddistingue?
La nostra missione è rendere le donne e tutte le persone che richiedono cure ginecologiche più libere di fare scelte e azioni consapevoli per la propria salute sessuale e riproduttiva. Come lo facciamo? Attraverso una piattaforma di prenotazione medica che che rende i servizi di salute e di benessere più accessibili, personalizzati e interdisciplinari.
Il valore dell'accessibilità
Cosa si intende per "accessibilità" e che valore ha?
Con accessibilità intendiamo l’abbattimento di tutte le frizioni che al momento tengono più della metà delle donne in Italia lontane dai programmi di prevenzione e dai controlli ginecologici regolari così come da trattamenti specifici.
Le frizioni sono varie: difficoltà a trovare lo specialista o la specialista giusta ma anche senso di disagio, vergogna o inconsapevolezza. Anche questi infatti sono fattori importanti e determinanti: è fondamentale potersi sentire a proprio agio durante un appuntamento ginecologico e la stragrande maggioranza di noi chiede consiglio a un’amica prima di prenotare, per limitare il rischio di affidarci alla persona sbagliata, che non ci faccia sentire a nostro agio o non ci dia l’ascolto e la comprensione di cui necessitiamo.
Questo è a maggior ragione vero quando ci trasferiamo in una nuova città o in un nuovo quartiere. E a ciò si aggiunge che, per molte condizioni, non sappiamo nemmeno a quale figura specializzata rivolgerci
Il potere del matching
Come funziona la piattaforma digitale di Geen?
Geen conta un network professionale interdisciplinare allineato con i principi di Geen: rispetto delle unicità, del dolore e della libera scelta. E una speciale attenzione al dialogo e alla comunicazione con il paziente.
Attraverso un algoritmo di matching riusciamo a suggerire all‘utente, a partire dalle sue caratteristiche, richieste o sintomatologie, tutte le figure prenotabili presenti sul territorio o disponibili da remoto che possono essere di supporto.
Geen non solo ti permette di prenotare ma ti aiuta a scegliere di quali servizi hai bisogno e con chi prenotare. Per questo siamo più di una piattaforma di prenotazione medica come altri servizi presenti sul mercato: siamo una piattaforma di informazione e di connessione personalizzata tra utenti e professionisti/e.
D’altronde è questo che fa un’azienda FemTech, rovescia l’approccio one-fits-all e sviluppa prodotti e servizi tecnologici disegnati a partire dalle persone, tenendo conto di bisogni e caratteristiche con una prospettiva di genere.
La rivoluzione FemTech
Parliamo proprio di FemTech: è davvero in atto una rivoluzione delle tecnologie per la salute femminile?
La rivoluzione è assolutamente in atto, ce lo dice il mercato. Secondo un rapporto del 2022 di McKinsey & Company, il mercato FemTech globale ha raggiunto un valore di 500 milioni di dollari nel 2021 e si prevede che raggiungerà i 1,2 miliardi di dollari entro il 2025. Questo significa che il FemTech sta facendo qualcosa di molto rilevante per le utenti e per gli utenti.
E attenzione: FemTech non significa solo impiegare la tecnologia per migliorare il benessere e la salute delle donne, ma rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma rispetto all'approccio tradizionale "one-fits-all", è un modo di approcciare il design di prodotti e servizi che tiene conto di una prospettiva di genere, da espandere alle politiche fino ad arrivare alle cure mediche
Il FemTech significa anche generare e raccogliere dati, analizzarli per superare il gender data gap che non ci permette di avere una chiara visione sulle esperienze e caratteristiche di genere a partire dalla medicina.
In questo senso, FemTech significa anche riconoscere che le esperienze di genere non sono uguali e che servono prodotti e servizi che ne tengano conto. Il sogno è che il termine "FemTech" perda presto il prefisso "fem-" per diventare un approccio universale e inclusivo al design e all'erogazione di prodotti e servizi che rispondano alle necessità di tutte le persone.
Fondare una startup
Fondare una startup significa anche acquisire skill e competenze nuove: è stato così anche per voi?
Una delle cose più importanti che abbiamo imparato è: quando fondi una startup, oltre all’idea, devi avere un team forte.
E un team forte non è necessariamente composto da persone che già posseggono tutte le competenze necessarie, ma da persone che sono disposte a mettersi in gioco e sono aperte all’apprendimento.
Io e Giulia, la mia socia, abbiamo messo a disposizione tutte le nostre competenze, ripescato vecchie reminiscenze universitarie, ci siamo iscritte a nuovi corsi e letto una marea di nuovi libri. E non abbiamo ancora finito di scoprire quanto è illimitato tutto quello che è possibile fare quando si rischia e ci si impegna.
Io sono un’esperta marketing specializzata in sostenibilità e gender equality; Giulia è una gender data scientist, ex consulente ONU. In questo mesi siamo diventate: imprenditrici in primis ma anche sviluppatrici, designer, web developer; abbiamo sviluppato piani di contabilità, costruito piani finanziari; abbiamo organizzato, promosso e moderato webinar per personale medico; abbiamo venduto consulenze, siamo state presentatrici, abbiamo imparato a negoziare sui preventivi, ottenuto diplomi in educazione sessuale.
Finora abbiamo fatto tutto con le nostre forze ma siamo sicure che non sia finita qua e non vediamo l’ora di espandere il nostro team!
Empowerment femminile
Siete co-foundress ma anche amiche: l’empowerment femminile passa anche dalla sorellanza? Qual è la vostra storia?
Assolutamente sì, il mito dell'uomo solo al comando è tramontato da tempo.
È fondamentale fare rete e unire talenti ed energie, tra persone così come tra imprese.
In questa avventura abbiamo capito quanto sia potente la collaborazione tra persone che vogliono trasformare insieme la società e che hanno capito quanto renderla più giusta ed equa sia un beneficio per tutte e tutti, nessuno e nessuna escluso.
Nel nostro team, la sorellanza è ciò che ci ha permesso di lanciarci in questa avventura: “Mi butto perché so che ci sei anche tu, con me.”
Oltre a questo, la solidità deriva da una grande stima che proviamo l’una per l’altra e ce lo dimostriamo continuamente, riconoscendo i reciproci talenti e fermandoci a celebrare tanto i successi quanto i cosiddetti “fallimenti”. Anche quando non va bene, infatti, ci ricordiamo quanto coraggio abbiamo avuto per uscire dai binari ben più comodi che le nostre carriere avviate avevano davanti.
Quella che ci lega l’una all’altra è una fiducia incrollabile, perché conosciamo l’essenza l’una dell’altra.
Entrambe abbiamo storie personali ricche e nel nostro team c’è di tutto: c’è talento, intelligenza, emotività, empatia, dialogo. C’è la figlia di Giulia, Lea, che ha poco più di un anno e che al bisogno partecipa alle call di team facendoci sorridere un sacco e c’è una malattia come la mia, la sclerosi multipla, che certi giorni mi mette KO.
C’è di tutto. Questo è il nostro modo di fare squadra: essere allineate negli obiettivi e capire insieme come raggiungerli, giorno per giorno. Ognuna con i propri talenti, ognuna con il proprio stile.
Fare impresa in Italia
Quanto è difficile fare impresa in Italia? Essere imprenditrici donne può costituire un fattore penalizzante?
Fare impresa in Italia non è semplice. Ce lo avevano detto e lo abbiamo provato sulla nostra pelle già in fase di costituzione societaria. Le complessità burocratiche, l'ambiguità e la poca chiarezza nei processi, la frammentazione nel mondo consulenziale e i costi elevati sono ostacoli significativi.
Dalla nostra esperienza una delle note più dolenti riguarda i bandi pubblici a supporto delle startup.
Spesso sono estremamente complessi e, per fare un esempio caro al FemTech, non sempre sono disegnati sulle vere esigenze imprenditoriali delle startup. I tempi di pubblicazione delle graduatorie e di erogazione dei fondi sono spesso lunghissimi, e molti fondi funzionano a rimborso, ignorando le necessità di cassa di una startup. È come se chi li scrive non avesse idea della velocità e delle sfide quotidiane che una startup affronta. Le startup viaggiano a una velocità molto superiore rispetto a quella degli strumenti pubblici di supporto.
Riguardo all’essere imprenditrice, i numeri parlano chiaro: in Italia ci sono poche donne che fanno impresa rispetto agli uomini. Noi, nello specifico, ci occupiamo di FemTech, tecnologia con una prospettiva di genere. Difficilmente qualcuno obbietterebbe che un uomo potrebbe farlo meglio, e questo sicuramente ci aiuta perché operiamo in una nicchia dello sviluppo tecnologico, ottenendo riconoscimento e attenzione.
Quello che vorremmo portare è un cambio di approccio negli ambienti imprenditoriali: sviluppare prodotti e servizi con una prospettiva di genere ha un impatto positivo su tutte e su tutti e questo approccio che risponde alle unicità delle persone ha enormi potenzialità di mercato.
Rimane tuttavia difficile far capire al mondo dell’imprenditoria che nuotiamo nella stessa piscina con tutti gli altri attori, non siamo una cosa a parte, un progetto “di donne per donne” che non ha ambizioni e obiettivi: avere una crescita di mercato esponenziale, un impatto sul progresso tecnologico e un impatto sociale che migliori la vita di tutte e di tutti.
Qonto per le startup
Siete anche clienti Qonto: quanto è utile poter contare su uno strumento che semplifica operatività bancaria e gestione finanziaria e contabile?
Assolutamente sì, fondatrici e fondatori di startup fanno di tutto, dai post su LinkedIn alle attività di business per arrivare alle strategie di fundraising, agli aperitivi di networking. Abbiamo imparato quanto sia importante ridurre al minimo l'impatto sul tempo e sulle risorse che richiede l’operatività della gestione finanziaria e contabile. Meno tempo sottrai allo sviluppo del business con strumenti tecnologici, più tempo hai per dedicarti a farlo crescere.
Inoltre, noi in particolare abbiamo conosciuto Qonto durante la prima edizione di StrongHer by Qonto, il business training dedicato alle donne che fanno impresa. Chi ha esperienza di startup sa come aiutare le startup a crescere, e in questo abbiamo trovato un grande alleato in Qonto.
Punta di diamante, il servizio clienti che non solo ci ha aiutato a risolvere questioni pratiche, ma ci ha anche permesso di chiarire dubbi in maniera attenta e in un linguaggio semplice, tanto che molte richieste di supporto si sono rivelate occasioni per imparare e toglierci dei dubbi sulla nostra gestione del conto.