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Stai per aprire Partita IVA e fai fatica a capire la differenza tra libero professionista e ditta individuale? Non sei solo. Spesso anche professionisti che operano da anni non conoscono con precisione il significato di questi termini, né da un punto di vista legale, né pratico.
La distinzione tra libero professionista e ditta individuale non è solo una questione formale. Si tratta di due figure giuridiche con caratteristiche precise, obblighi diversi e conseguenze concrete sulla tua attività quotidiana. Scegliere la forma sbagliata può comportare problemi con il fisco, sanzioni e costi imprevisti.
In questa guida ti spieghiamo le differenze fondamentali tra libero professionista e ditta individuale, aiutandoti a capire quale è la più adatta alla tua situazione. Inoltre, ti spieghiamo come Qonto è il conto di cui hai bisogno per il tuo business.
Prima di entrare nel dettaglio delle differenze, è fondamentale chiarire cosa si intende esattamente per libero professionista e ditta individuale.
Il libero professionista è chi svolge un'attività intellettuale in modo autonomo e indipendente. Si tratta di professioni che richiedono competenze specifiche, formazione universitaria o specialistica, e che hanno l’obbligo di iscriversi a un albo professionale per poter operare.
Esempi tipici di liberi professionisti sono:
Il libero professionista opera prevalentemente attraverso prestazioni d'opera intellettuale, dove il valore aggiunto è dato dalle competenze e dalle conoscenze specialistiche.
La ditta individuale è la forma giuridica di chi svolge un'attività commerciale, artigianale o di servizi in modo autonomo. Si tratta di attività che prevedono la produzione, la vendita di beni o la fornitura di servizi non intellettuali.
Tra le ditte individuali rientrano:
La ditta individuale si caratterizza per un'attività più legata alla produzione o alla vendita, dove il valore è dato dal prodotto o dal servizio offerto più che dalle competenze intellettuali.
Ora che abbiamo chiarito le definizioni, vediamo nel dettaglio le differenze concrete tra le due figure.
| Caratteristica | Libero professionista | Ditta individuale |
|---|---|---|
| Tipo di attività | Svolge attività intellettuale | Svolge attività commerciale, artigianale o di servizi |
| Prestazioni offerte | Offre prestazioni basate su competenze specifiche | Produce o vende beni materiali |
| Valore principale | Il valore è nelle conoscenze e nell'esperienza | Offre servizi non intellettuali |
| Requisiti | Spesso richiede iscrizione a ordini o albi professionali | Non richiede iscrizione ad albi professionali |
Alcune attività si trovano in una zona grigia. Ad esempio, un fotografo può essere considerato libero professionista se svolge attività artistica, o ditta individuale se opera prevalentemente in ambito commerciale. In questi casi, consulta un commercialista per l'inquadramento corretto.
Cosa cambia tra libero professionista e ditta individuale?
La differenza principale sta nel tipo di attività che svolgi. Il libero professionista esercita un'attività intellettuale e spesso deve iscriversi a un albo professionale. La ditta individuale svolge attività commerciali, artigianali o di servizi non intellettuali, come vendere prodotti o offrire servizi pratici. Questa distinzione comporta conseguenze concrete: gestioni previdenziali, codici ATECO e obblighi contabili. La scelta dipende dalla natura della tua attività, non è una decisione libera.
I liberi professionisti scelgono solitamente codici ATECO della sezione M, legati ad attività professionali, scientifiche e tecniche. Mentre le ditte individuali usano codici ATECO di altre sezioni, come le sezioni G per commercio, C per manifattura, e F per costruzioni.
Se sei un libero professionista, versi i contributi alla tua cassa previdenziale di categoria (come la Cassa Forense per gli avvocati o l'ENPAM per i medici), con aliquote e regole specifiche della professione.
Queste casse offrono spesso prestazioni pensionistiche più vantaggiose, ma con contributi generalmente più elevati.
Se invece gestisci una ditta individuale, ti iscrivi alla Gestione Commercianti o Artigiani dell'INPS. I contributi sono calcolati sul reddito imponibile con aliquote fisse (al 24% circa per il 2025), con un minimale da versare anche se i guadagni sono bassi.
Nella pratica i liberi professionisti hanno maggiore flessibilità nella gestione contributiva e accesso a servizi specifici della propria cassa. Le ditte individuali, invece, seguono le regole standard INPS, più rigide ma anche più prevedibili.
Questa distinzione incide non solo sull'ammontare dei contributi versati ogni anno, ma anche sulla futura pensione e sulle prestazioni assistenziali a cui puoi accedere.
Le differenze contabili e fiscali tra libero professionista e ditta individuale dipendono principalmente dal regime fiscale che scegli di adottare. Sia i liberi professionisti che le ditte individuali possono accedere al regime forfettario (se rispettano i requisiti previsti) o optare per il regime ordinario, anche semplificato, con obblighi simili in termini di fatturazione elettronica, registrazione delle operazioni e dichiarazione dei redditi.
La differenza più sostanziale è che nel regime ordinario non semplificato, le ditte individuali adottano il principio di contabilità per competenza e non più per cassa. Al contrario, i liberi professionisti usano sempre il principio per cassa.
| Regime forfettario | Regime semplificato | Regime ordinario | |
|---|---|---|---|
| Libero professionista | Per cassa | Per cassa | Per cassa |
| Ditta individuale | Per cassa | Per cassa | Per competenza |
Differenza tra principio di cassa e di competenza
Il principio di cassa prevede che registri entrate e uscite quando incassi un pagamento o quando paghi una fattura. Il principio di competenza, invece, richiede di registrare le operazioni nel momento in cui sorge il diritto o l'obbligo, indipendentemente dall'effettivo pagamento. Se emetti una fattura a novembre ma vieni pagato a gennaio, con il principio di competenza il ricavo va registrato a novembre.
Da un punto di vista fiscale, i liberi professionisti compilano il quadro RE del modello Redditi (redditi di lavoro autonomo), mentre le ditte individuali usano il quadro RG per attività commerciali o RF d'impresa.
Sia le ditte individuali che i liberi professionisti pagano le stesse imposte sul reddito, con importi che variano in base al regime fiscale adottato e al volume d'affari generato.
Nel regime forfettario, entrambi versano un'imposta sostitutiva del 5 o del 15% sul reddito imponibile, senza aggiungere IVA in fattura. Questa opzione è disponibile fino a 85.000 euro di ricavi annui.
Nel regime ordinario, invece, si applicano le aliquote IRPEF progressive per scaglioni di reddito, più le addizionali regionali e comunali. A queste si aggiunge l'IVA sulle operazioni, che viene incassata e versata periodicamente all'Agenzia delle Entrate.
Un'altra differenza pratica riguarda l'iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio.
Come libero professionista non sei obbligato all'iscrizione alla Camera di Commercio, ma come ditta individuale sì. Questo comporta anche il pagamento del diritto camerale annuale.
Come sapere se sei una ditta individuale o libero professionista?
Dipende dall'attività che svolgi e dal codice ATECO che hai associato all'apertura della Partita IVA. Se eserciti una professione intellettuale e sei iscritto a un albo o cassa professionale, sei un libero professionista. Se svolgi attività commerciale, artigianale o di servizi pratici e sei iscritto alla Camera di Commercio, sei una ditta individuale.

Ad esempio, sei consulente informatico libero professionista e scegli di aprire un negozio di computer, ovvero un’attività commerciale. In questo caso il passaggio a ditta individuale è necessario.
La procedura per il passaggio da libero professionista a ditta individuale prevede:
Sia che tu sia un libero professionista o una ditta individuale, la gestione finanziaria quotidiana richiede strumenti efficaci e semplici da usare.
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