L’ecosistema delle startup italiane è in fermento, si intravedono segnali positivi per competere con la vivacità imprenditoriale europea. Consigli preziosi per cavalcare questa ondata di ottimismo dalla terza tappa di PowerUp! a Bari.
3 consigli di StartupItalia, Insoore e SprintX per startupper
Non tutto tace in Italia, anzi! Qualcosa si muove tra giovani e meno giovani con idee di business e tanta voglia di metterle in pratica. Non siamo ancora allo stesso livello degli altri Paesi europei, ma è così che si comincia a crescere per diventare un giorno competitivi.
E allora come fare per cavalcare questa nuova possibile rinascita imprenditoriale? Bisogna innanzitutto parlarne, saper prendere il meglio dalle difficoltà e non soffocare mai la creatività.
Scopriamo come nel dettaglio, dando voce ad alcune realtà di successo dell’ecosistema di startup italiano!
La terza tappa del PowerUp! Roadshow: Bari
Abbiamo detto, prima di tutto: parlarne. Ed è anche questo l’obiettivo del PowerUp! Roadshow, la prima call per startup ideata da Qonto, per promuovere l’innovazione imprenditoriale italiana.
Dopo Torino e Firenze, siamo ormai al terzo e penultimo appuntamento del viaggio, che questa volta ha avuto luogo a Bari. Una serata piena di spunti con la voce delle startup italiane, Chiara Trombetta, Direttore Editoriale di StartupItalia e i founder di alcune delle startup più riuscite del sud Italia, Vito Arconzo, CTO e Co-Founder di Insoore, e Diego Antonacci, Co-founder & CEO di SprintX.
Il tutto moderato dall’esperta del panorama italiano dell’innovazione, Cristina Angelillo, CEO e Co-founder di Marshmallow Games e presidente di InnovUp, associazione no profit e super partes che rappresenta e unisce la filiera dell’innovazione italiana.
Prossime tappe Roma e per concludere, Milano con la Pitch Night esclusiva, dove una giuria di investitori, founder ed esperti selezionerà una startup che vincerà una sessione di mentoring con il co-founder e CEO di Qonto!
Ma ora passiamo ai consigli che abbiamo raccolto durante l’ultimo evento:
1. Raccontare la propria storia
Il mondo delle startup in Italia sta crescendo, quest’anno è stato sfiorato il miliardo di euro in finanziamenti ed è il primo anno in cui a un pari numero di round sta corrispondendo un numero di finanziamenti sempre più grande. Questa sferzata di ottimismo arriva da Chiara Trombetta, Direttore Editoriale di StartupItalia.
Chiara ci racconta quanto sia importante fare rete e raccontare il nostro ecosistema di innovazione: le storie di startup in Italia ci sono, ma se ne parla poco. Negli ultimi due anni c’è stato grande fermento tra i giovani e non solo. Quello che serve è la visibilità.
E da qui, il primo consiglio: Raccontare la propria storia. Sì, perché l’awareness di un brand non è fatta solo di numeri ma anche di racconto, di presentazione autentica della propria immagine.
Ogni startup ha una storia, bisogna trovare la propria narrativa e raccontarsi. Perché una storia è un elemento prezioso che si innesta nella mente di chi ne viene a conoscenza e permette di creare una connessione empatica con il proprio pubblico. Un pubblico che potrebbe essere fatto di: altri innovatori, che si fanno ispirare per i loro progetti di business; investitori, che aspettano la giusta scintilla per credere in un progetto appassionato; potenziali clienti, che si rivedono nel bisogno che il tuo prodotto o servizio può soddisfare.
Anche la storia di Qonto nasce da una necessità, quella di riuscire a muoversi nel mondo della gestione delle finanze aziendali con consapevolezza, con facilità, districando quella matassa di burocratese incomprensibile ai più, per lasciare spazio a ciò che conta davvero: la crescita della propria idea e del proprio business.
Così, la condivisione diventa fondamentale sia per un progetto personale, per promuoversi prima con gli investitori e poi con i clienti, sia per un’ambizione più grande: incentivare sempre di più l’ecosistema delle startup italiane e distribuire la crescita e l'innovazione in tutta la penisola. Infatti, le storie di startup di successo esistono anche in Italia e se vengono raccontate, possono spingere chiunque abbia una grande idea a crederci e a concretizzarla.
2. Imparare dai propri errori
Abbiamo affermato che le storie di successo esistono, ci sono le prove, ma le storie di insuccesso? Be’, mai sottovalutarle! Ce l’ha spiegato Vito Arconzo, CTO e Co-Founder di Insoore. Insoore nasce proprio da un iniziale fallimento, di cui Vito e gli altri Co-founder di Insoore, Enrico Scianaro (CEO) e Gerardo Gorga (COO) hanno fatto tesoro, prendendone il buono per spiccare finalmente il volo.
Il progetto iniziale prevedeva una piattaforma su cui gli utenti (principalmente testate giornalistiche e agenzie di comunicazione) potevano chiedere foto e video in tempo reale a una community dislocata in tutto il territorio nazionale. Nei primi tre anni il progetto non decolla come si prevedeva. Su consiglio degli investitori, si decide allora di mantenere il modello di business e il team, e di fare pivoting: rivoluzionare l’idea originaria e spostarla in ambito assicurativo.
Inizialmente applicano il concetto di foto on-demand in tempo reale al mondo dei sinistri: in caso di incidente, tramite un sistema automatizzato, la scatola nera montata sui veicoli invia un alert alla community di Insoorer presente capillarmente sul territorio nazionale, affinché uno di questi esperti possa intervenire in tempo reale per scattare le foto del sinistro e inviare la documentazione alla piattaforma Insoore, accessibile dalle compagnie assicurative. Poi decidono di ampliare il raggio d’azione e dal fare esclusivamente rilevazioni sui veicoli, iniziano a gestire l’intero processo che riguarda un sinistro: presa appuntamento con l’assicurato, ispezione, perizia, fino al risarcimento.
Erano in due. Oggi Insoore conta un team di 80 persone. La chiave del successo? La capacità di fare tesoro dell'insuccesso! Vito, Enrico e Gerardo non hanno smesso di crederci e con loro anche gli investitori, che hanno visto la convinzione, la caparbietà e la voglia di non mollare. Sembra banale, ma gli errori sono una grande fonte di apprendimento, uno spunto da cui partire per calibrare il tiro, e i fallimenti altro non sono che una diversa direzione in cui potevano andare le cose. La possibilità di cambiare rotta potrebbe essere ancora nelle nostre mani.
Ma cos’hanno imparato i Co-Founder di Insoore dalla loro esperienza? Ecco alcuni consigli extra:
- Circondarsi di persone valide e portarle con sé, anche quando le cose non vanno come previsto;
- Focalizzarsi su un tema e sviluppare solo quello, senza farsi prendere dalla smania di mettere a terra centinaia di idee, funzionalità: fare una cosa e farla bene;
- Avere pazienza e orecchio per i buoni consigli: continua a lavorare sodo, mantieni la convinzione e accetta i consigli degli investitori.
3. Alimentare sempre il business
E una volta raggiunto il successo, che si fa? Ce lo racconta Diego Antonacci, Co-founder & CEO di SprintX.
Il progetto SprintX nasce da Impact Hub Bari, un coworking internazionale di 1600mq, nato nel 2012 da un gruppo di persone con diverse esperienze di vita, che hanno un obiettivo comune: costruire uno spazio di valore che guardi al futuro e all’innovazione, prendendo ispirazione dalle realtà estere in fatto di coworking, per aiutare e facilitare la creazione di un ecosistema di innovazione a Bari e in Puglia, con agenzie regionali, startup e scaleup.
Sono partiti con un coworking, che ha dato vita a una community di 375 aziende e imprenditori. Come crescere in questo modo? Alimentando la progettualità per incrementare il business. Il pilastro è rimasto il coworking, ma sono nati altri progetti, come SprintX, un incubatore per startup prima solo a livello locale, ora anche a livello nazionale. È una piattaforma proprietaria che affianca le startup nel validare le idee e lanciare un business da zero, con percorsi di incubazione online personalizzati.
Ma non solo, Diego prende davvero alla lettera il suo stesso consiglio! Da Impact Hub Bari sono nati anche:
Sprint Lab: divulga informazioni agli studenti di scuole e università che si affacceranno o si stanno affacciando sul mondo del lavoro, con workshop ed eventi su innovazione e startup, con una logica learning by doing per avvicinarsi al settore dell’imprenditoria.
Spazio Murat: un contenitore di design e artigianato made in Puglia, e un polo di 400mq su arte e cultura contemporanea a Bari, dove si possono organizzare esposizioni, mostre, convegni aziendali o eventi privati.
E dalla terza tappa di PowerUp! Bari è tutto, ci vediamo a Roma!