Sono Alessandro e da 4 anni sono alla guida del Fintech District, community verticale cresciuta costantemente nel tempo fino a diventare un punto di riferimento per il settore. Da sempre mi occupo di innovazione, digitale, ho avuto la fortuna di lavorare sui primi progetti di mobile payments a livello globale.
Cos'è il Fintech District? Quali obiettivi si pone?
Fintech District non è un luogo fisico. Siamo la più grande community in Italia dedicata al fintech. La nostra mission è favorire e incentivare lo sviluppo del settore promuovendo la collaborazione tra tutti gli stakeholder. Fanno parte della nostra community oltre 200 startup e scaleup nazionali e internazionali, realtà corporate e professionali. L’obiettivo è far crescere le startup e favorire la nascita di sinergie tra i diversi soggetti per sviluppare progetti di open innovation. Anche tramite un dialogo con le istituzioni, creiamo progetti a beneficio di tutto l’ecosistema, per valorizzare le nostre eccellenze all’estero e attrarre investimenti. Ultimo ma non meno importante, ci occupiamo anche di formazione attraverso la nostra academy.
Quando è nato il Fintech District e quali sono i suoi numeri oggi?
Fintech District nasce nel 2017, erano 32 le realtà associate, oggi oltre 200. Un risultato importante, tenuto conto che le Fintech in Italia sono oggi circa 400. Tra I nostri corporate member figurano tutte realtà di primaria importanza come ad esempio Poste e Fastweb. Abbiamo relazioni con oltre 10 hub innovativi a livello internazionale e contiamo su un network di circa 40.000 contatti. Il nostro ruolo di abilitatore di connessioni dirette tra startup e corporate è confermato dalla crescita del numero di matchmaking tra i diversi attori: +22% nel 2021 rispetto all’anno precedente. Tra questi anche quello che ha portato all’acquisizione della fintech REDO da parte del corporate member OCS.
Hai parlato di open inovation: in che modo può supportare la crescita del settore Fintech in Italia?
L’open innovation rappresenta un catalizzatore, per semplificare e supportare la crescita delle startup. Si tratta di un trend forte che spinge le istituzioni finanziarie e aziende corporate ad aprirsi all'innovazione e a nuovi modelli di business attraverso la collaborazione con le fintech. È un rapporto win win: i primi integrano velocemente nuove soluzioni digitali che rispondono ad esigenze degli utenti finali, le seconde scalano velocemente il mercato.
Continuiamo a parlare di trend: il 2021 è stato l'anno del buy now, pay later; cosa prevedi per il 2022 per il Fintech in Italia e nel mondo?
Il buy now, pay later (BNPL) continuerà certamente a essere un trend rilevante anche per il 2022, sviluppandosi ulteriormente con servizi collaterali al prestito.
Dal punto di vista più tecnico, l’embedded finance, l’integrazione di servizi finanziari all’interno dell’offerta di realtà di altre industry attraverso l’apertura e la collaborazione, sta diventando un paradigma di riferimento. Sono sempre più numerosi i brand che cercano di integrare nei loro percorsi utente servizi finanziari, assicurativi e potenzialmente anche di gestione patrimoniale. Pur non essendo realtà finanziarie, lo fanno per migliorare la user experience, fidelizzare i clienti e aprire nuove linee di business. È un mercato che si prevede arriverà a 140miliardi di dollari entro il 2026.
Altro trend molto interessante è quello del revenue based financing.
È la prima volta, infatti, che si permette ad aziende che operano sul mercato B2C digitale di farsi finanziare la spesa in marketing digitale per crescere, rimborsando una quota percentuale fissa di questo finanziamento ogni mese prendendola direttamente dal fatturato generato, senza cedere equity della propria azienda. È trend nuovo, sviluppatosi in USA e India, che si sta affermando anche in Italia. I vantaggi sono chiari: è possibile finanziare la crescita senza cedere equity e si tratta di prestiti assolutamente sostenibili perché il rimborso sale o scende con il fatturato generato nel mese. Unico vincolo: il prestito deve essere utilizzato per attività di marketing.
PMI e professionisti: in che modo possono crescere grazie al Fintech?
Il tema è ovviamente ampio e sono molti gli strumenti messi a disposizione delle imprese dal settore Fintech. Partiamo dalla liquidità. Ci sono soluzioni di invoice financing, che permettono all’azienda di aumentare capitale circolante vendendo le proprie fatture. C'è il crowdfunding, che permette agli imprenditori di raccogliere capitale coinvolgendo investitori privati esterni. Ho già parlato del revenue based financing e, a supporto del business, anche il direct lending, uno strumento grazie a cui le aziende possono ricevere linee di credito o dei finanziamenti in maniera quasi istantanea, abbattendo i tempi delle lunghe pratiche delle banche tradizionali.
Realtà della nostra community, come ad esempio Qonto, offrono servizi di gestione digitale e aiutano concretamente le imprese e i professionisti a tenere sotto controllo e amministrare le proprie spese semplificando la gestione finanziaria e contabile del proprio business.