Fatture elettroniche conformi alla legge
Apertura della Partita IVA
Apertura veloce e 100% online della tua Partita IVA.

Apertura della Partita IVA
Apertura veloce e 100% online della tua Partita IVA.
Il mercato legale in Italia nel 2023 contava all’incirca 237.000 avvocati iscritti all’albo. Nonostante una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente a causa del calo delle nuove iscrizioni, la professione rimane una possibilità di carriera interessante per gli studenti di legge che hanno dato l’esame di Stato. Lavorare come avvocato con Partita IVA ti offre ottime opportunità di guadagno, il reddito medio di chi svolge questa professione è in crescita.
In questo articolo ti spieghiamo i passaggi fondamentali per diventare avvocato libero professionista, dalla scelta del codice ATECO, all’apertura di Partita IVA e le principali questioni fiscali.
Intraprendere la carriera forense in Italia richiede specifici requisiti formativi e abilitativi. Prima di affrontare gli aspetti fiscali, riportiamo in breve quello accademico, prerequisito obbligatorio per diventare avvocato e iniziare a esercitare la professione.
L’accesso alla professione di avvocato è regolato dalla Legge 31 dicembre 2012 n. 247, la cosiddetta Nuova disciplina dell’ordinamento della professione forense, e dai relativi decreti attuativi. I requisiti sono:
Per esercitare la professione è necessaria l’iscrizione all’Albo degli Avvocati presso il Consiglio dell’Ordine territoriale. La domanda va presentata con la documentazione che attesta titolo di studio, praticantato ed esame.
L’iscrizione comporta il pagamento di una quota annuale, in genere tra €100 e €400, variabile secondo il foro di competenza. Una volta completata l’iscrizione, acquisisci il diritto a esercitare la professione forense.
L’apertura della partita IVA rappresenta il momento in cui l’avvocato decide di esercitare la professione in autonomia e in modo continuativo, assumendosi le responsabilità fiscali e contributive previste dalla legge.
Questo passo è fondamentale perché ti consente di svolgere attività professionali regolarmente, emettere fatture ai clienti e adempiere agli obblighi contributivi verso la Cassa Forense.
Senza partita IVA, non puoi esercitare la libera professione, e rischi anche sanzioni per esercizio abusivo della professione e violazioni tributarie.
Quando l'avvocato deve aprire la partita IVA?
Per la quasi totalità degli avvocati e degli studi legali, il codice più corretto da utilizzare è il 69.10.10.
Tuttavia, esistono altri codici relativi alla professione legale, ma pensati per i professionisti senza abilitazione forense.
Codice ATECO | Descrizione attività | Iscrizione all’albo |
---|---|---|
69.10.10 | Attività degli studi legali (avvocati) | Sì |
69.10.30 | Altre attività di consulenza legale | No |
69.20.11 | Servizi forniti da consulenti in proprietà industriale e intellettuale | No |
L’apertura avviene generalmente entro 24-48 ore.
Dopodiché non ti resta che attivare la PEC e la firma digitale, se non le possiedi già, e iscriverti alla Cassa Forense entro 30 giorni dall’apertura della partita IVA.
In alternativa ti puoi rivolgere a un commercialista o a un servizio specializzato, che invia la pratica al posto tuo e ti può fornire la consulenza di cui hai bisogno.
Come aprire partita IVA da praticante avvocato?
Aprire una partita IVA come avvocato non comporta costi fissi obbligatori presso l’Agenzia delle Entrate se la procedura viene svolta in autonomia. Se ti affidi a un commercialista o a un intermediario, il costo può variare da poche decine a qualche centinaia di euro (50-200€).
A questi si aggiungono le spese per PEC, firma digitale e, in alcuni casi, iscrizione alla Camera di Commercio. In più devi sostenere i contributi previdenziali annuali e i costi per la gestione contabile.
Una volta aperta la partita IVA, devi scegliere il regime fiscale più adatto alla tua situazione professionale. Le due opzioni principali sono il regime forfettario e il regime ordinario.
La scelta del regime determina come viene tassato il tuo reddito, quali sono le semplificazioni contabili disponibili e quali spese puoi dedurre.
Di seguito trovi una panoramica chiara di entrambi i regimi, con vantaggi, svantaggi e requisiti di accesso.
Il regime forfettario è pensato per i professionisti con ricavi annui fino a 85.000 euro. Offre una gestione fiscale semplice e vantaggiosa, ideale per chi è all’inizio o mantiene bassi volumi di fatturato. Tra i principali vantaggi:
Di contro, non puoi dedurre le spese sostenute né recuperare l’IVA sugli acquisti.
Con il codice ATECO 69.10.10, la base imponibile viene calcolata applicando un coefficiente di redditività del 78% ai ricavi, sul quale poi si applica la tassazione.
Il regime ordinario si applica senza limiti di fatturato e prevede tassazione IRPEF a scaglioni (dal 23% al 43%), IVA al 22% sulle fatture e addizionali regionali/comunali.
I principali vantaggi di questo regime sono:
Questo regime è consigliato a chi prevede spese rilevanti e investimenti, o un’attività in crescita; richiede però una gestione contabile più articolata.
Qual è il regime fiscale per un avvocato con partita IVA?
Ogni avvocato con Partita IVA deve iscriversi obbligatoriamente alla Cassa Forense, l’ente previdenziale di categoria.
L’iscrizione garantisce la copertura pensionistica e l’accesso a tutele assistenziali durante la carriera.
La Cassa prevede il versamento di diversi contributi, che variano in base:
Il versamento dei contributi previdenziali è fondamentale per assicurarti la futura pensione e la possibilità di accedere a servizi di welfare e supporto, ed è obbligatorio.
La Cassa Forense richiede il versamento di contributi diversi, calcolati secondo regole precise che ogni avvocato deve conoscere.
Tipologia | Descrizione | Calcolo/Importo |
---|---|---|
Contributo soggettivo | Percentuale sul reddito netto professionale | 16%, minimo 2.750€ |
Contributo integrativo | Percentuale sul volume d’affari | 4% sul fatturato |
Contributo maternità | Contributo fisso per tutela genitorialità | 82,96€ nel 2025 (importo stabilito annualmente) |
Il contributo soggettivo è il versamento principale e serve a costruire la tua pensione futura: si calcola applicando una percentuale (16% nel 2025) sul reddito netto professionale dichiarato, con un importo minimo da versare anche in assenza di reddito.
Il contributo integrativo, invece, si applica su tutte le fatture emesse e può essere addebitato direttamente ai clienti come voce separata.
Il contributo di maternità è un importo fisso, destinato a garantire tutele in caso di maternità o paternità e viene aggiornato ogni anno dalla Cassa Forense.
Tutti questi contributi vanno versati secondo precise scadenze annuali.
Agevolazioni per giovani avvocati
Sei obbligato a emettere fattura elettronica per ogni prestazione che svolgi. Per farlo, devi usare il Sistema di Interscambio (SDI) dell’Agenzia delle Entrate.
La fatturazione deve essere gestita tramite software abilitati, che permettono la compilazione, la trasmissione e la conservazione digitale delle fatture (per almeno 10 anni).
Quando emetti una fattura elettronica come avvocato, assicurati che includa:
In Italia, per legge, ogni avvocato iscritto all’Albo deve obbligatoriamente stipulare una polizza di assicurazione per la responsabilità civile professionale. Questa assicurazione è prevista dall’articolo 12 della già citata Legge n. 247/2012.
Questa polizza assicurativa ti serve a coprire i danni patrimoniali che potresti causare a clienti o terzi nell’esercizio dell’attività legale, anche per colpa grave.
La mancata stipula comporta sanzioni disciplinari e il successivo l’obbligo di comunicare annualmente all’Ordine gli estremi della polizza.
A questa copertura puoi anche aggiungere ulteriori polizze a tua scelta per una maggiore tutela.