Reverse charge
Con il reverse charge, il pagamento dell’IVA spetta al cliente invece che al venditore. In questa pagina, ti spieghiamo cos’è e come funziona l’inversione contabile.
Il reverse charge, o inversione contabile, inverte l’onere del pagamento dell’IVA. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Definizione di reverse charge
Il reverse charge (o inversione contabile) è un meccanismo fiscale in cui l'obbligo di versare l'IVA passa dal venditore al cliente. Il fornitore emette una fattura senza IVA, indicando la norma che prevede l'applicazione dell'inversione contabile. Il cliente calcola l’imposta da pagare e la versa autonomamente.
A cosa serve il reverse charge
Solitamente, la persona che vende il bene o presta il servizio (il cedente) emette una fattura al cliente (o committente) includendo anche l’IVA, quando applicabile.
Il cliente salda la fattura, e il venditore liquida l’IVA allo Stato con cadenza mensile o trimestrale.
Con il reverse charge, invece, l’obbligo di versamento dell’imposta si inverte.
Questo principio ha l’obiettivo di prevenire l’evasione fiscale, in particolar modo le cosiddette “frodi carosello”.
Come funziona il reverse charge
Per applicare il reverse charge è necessario che entrambe le parti siano soggetti passivi IVA, ossia tenuti al pagamento dell’imposta.
Generalmente, il processo si articola in questo modo:
- Il fornitore emette una fattura senza IVA, indicando che l'operazione è soggetta a reverse charge
- Il cliente riceve la fattura e calcola l'IVA da versare
- A questo punto, registra la fattura nei suoi libri contabili: indica l'IVA calcolata sia come se fosse un importo da versare allo Stato, sia come IVA detraibile (cioè da sottrarre da quella che dovrà versare per le sue vendite)
- Infine, il cliente include l'operazione nella sua dichiarazione IVA
Di fatto l'imposta "si annulla", perché la somma che deve pagare (IVA a debito) è uguale alla somma che può detrarre (IVA a credito).
Un metodo alternativo consiste nell’emissione di un’autofattura per integrare l’IVA.
In questo caso, il cliente inserisce nel documento fiscale a se stesso sia l’importo indicato nella fattura del venditore, sia l’IVA dovuta e calcolata.
Chi paga l'IVA con il reverse charge
Con il reverse charge, l'IVA è calcolata e versata dal cliente anziché dal fornitore. Il cliente registra l'imposta sia come debito che come credito, per cui spesso non c'è un versamento effettivo se l'IVA è detraibile.
Quando va applicato il reverse charge
Le prestazioni che prevedono l’applicazione del reverse charge sono indicate nell’articolo 17 del D.P.R. n. 633/1972.
Quali sono le prestazioni soggette a reverse charge
Nello specifico, il reverse charge è applicabile a
- Cessioni di materiali d’oro e di oro da investimento
- Servizi di costruzione o ristrutturazione di immobili
- Servizi di pulizia, demolizione, installazione di impianti e completamento relativi ad edifici nel settore edile
- Vendite di fabbricati o di porzioni di fabbricato, se il venditore sceglie l’inversione contabile per l’imposizione
- Vendite di telefoni cellulari, console, tablet e computer
- Vendita di dispositivi a circuito integrato, prima che vengano installati in prodotti destinati alla vendita
- Vendita di certificati energetici, gas ed energia elettrica a rivenditori
- Cessioni di rottami, semilavorati di alcuni metalli o pallet recuperati
Fatturare con il reverse charge
Dal 1° gennaio 2024 l’obbligo di fatturazione elettronica è stato esteso a tutti i titolari di Partita IVA, compresi i professionisti in regime forfettario.
Per emettere una fattura in reverse charge, il venditore indica il prezzo del prodotto acquistato e il totale da pagare, senza applicare l’IVA. Nella fattura aggiunge la dicitura “operazione soggetta al reverse charge ex art. 17 DPR 633/1972”.
L’acquirente registra la fattura nei libri contabili ed emette un’autofattura indicando il totale del prodotto acquistato e l’IVA da versare.
È importante ricordare che l’obbligo di autofattura elettronica in caso di reverse charge vale anche per le Partite IVA forfettarie, che dovranno versare l’imposta dovuta tramite modello F24. In questo caso, tuttavia, l’IVA non sarà detraibile.
Cosa sono le frodi carosello?
Le frodi carosello sono un tipo di evasione fiscale basata su operazioni fittizie tra più aziende, spesso situate in diversi paesi UE.
Funzionano così:
- Un’azienda, chiamata “cartiera”, acquista beni da un fornitore intracomunitario senza pagare l’IVA (come previsto per le transazioni tra paesi UE)
- Successivamente, la cartiera vende questi beni a un’altra azienda all'interno dello stesso Paese, applicando l’IVA ma non versandola allo Stato
- L’azienda che acquista i beni può detrarre l’IVA pagata come credito d’imposta, nonostante la cartiera non abbia versato nulla
- Questo meccanismo si ripete "a carosello", coinvolgendo più società per mascherare la frode
I settori in cui questa pratica era più diffusa, come quello edile, oggi sono obbligati ad applicare l’inversione contabile.
In questi casi, è il cliente a dover calcolare e versare l'IVA, evitando che il fornitore possa incassarla e poi sparire senza pagare l'imposta.
Ma per quale motivo il reverse charge è efficace per combattere l’evasione?
- Nella maggior parte dei casi, se il cliente è un'azienda, può detrarre l'IVA pagata sui suoi acquisti da quella che incassa dai clienti. Il venditore, quindi, non ha interesse a evadere, perché l'IVA che paga può essere compensata.
- Il cliente deve comunque dichiarare sia l'IVA che incassa dai suoi clienti, sia quella che paga sui suoi acquisti. Col reverse charge, l'imposta "si annulla": la dichiara sia come IVA dovuta che come IVA detraibile. Di conseguenza, non ha un guadagno diretto dall'evasione.
- Il reverse charge sposta l’obbligo di versamento dell’IVA dal fornitore al cliente, che la calcola e la liquida autonomamente.
- Serve a prevenire l’evasione fiscale, in particolare le frodi carosello, eliminando il rischio che il fornitore incassi l’IVA senza versarla.
- Il cliente registra l’IVA sia come debito che come credito, annullando spesso l’effetto finanziario dell’imposta.
- È obbligatorio in settori come l’edilizia, le vendite di beni tecnologici e la cessione di rottami o metalli.
- In certi casi, il cliente emette un’autofattura per formalizzare l’operazione e documentare l’IVA dovuta.