Emetti preventivi e gestisci le fatture di clienti e fornitori con Qonto.

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Con il reverse charge, il pagamento dell’IVA spetta al cliente invece che al venditore. In questa pagina, ti spieghiamo cos’è e come funziona l’inversione contabile.
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Il reverse charge, o inversione contabile, inverte l’onere del pagamento dell’IVA. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Definizione di reverse charge
Il reverse charge (o inversione contabile) è un meccanismo fiscale in cui l'obbligo di versare l'IVA passa dal venditore al cliente. Il fornitore emette una fattura senza IVA, indicando la norma che prevede l'applicazione dell'inversione contabile. Il cliente calcola l’imposta da pagare e la versa autonomamente.
Solitamente, la persona che vende il bene o presta il servizio (il cedente) emette una fattura al cliente (o committente) includendo anche l’IVA, quando applicabile.
Il cliente salda la fattura, e il venditore liquida l’IVA allo Stato con cadenza mensile o trimestrale.
Con il reverse charge, invece, l’obbligo di versamento dell’imposta si inverte.
Questo principio ha l’obiettivo di prevenire l’evasione fiscale, in particolar modo le cosiddette “frodi carosello”.
Per applicare il reverse charge è necessario che entrambe le parti siano soggetti passivi IVA, ossia tenuti al pagamento dell’imposta.
Generalmente, il processo si articola in questo modo:
Di fatto l'imposta "si annulla", perché la somma che deve pagare (IVA a debito) è uguale alla somma che può detrarre (IVA a credito).
Un metodo alternativo consiste nell’emissione di un’autofattura per integrare l’IVA.
In questo caso, il cliente inserisce nel documento fiscale a se stesso sia l’importo indicato nella fattura del venditore, sia l’IVA dovuta e calcolata.
Chi paga l'IVA con il reverse charge
Con il reverse charge, l'IVA è calcolata e versata dal cliente anziché dal fornitore. Il cliente registra l'imposta sia come debito che come credito, per cui spesso non c'è un versamento effettivo se l'IVA è detraibile.
Le prestazioni che prevedono l’applicazione del reverse charge sono indicate nell’articolo 17 del D.P.R. n. 633/1972.
Nello specifico, il reverse charge è applicabile a
Dal 1° gennaio 2024 l’obbligo di fatturazione elettronica è stato esteso a tutti i titolari di Partita IVA, compresi i professionisti in regime forfettario.
Per emettere una fattura in reverse charge, il venditore indica il prezzo del prodotto acquistato e il totale da pagare, senza applicare l’IVA. Nella fattura aggiunge la dicitura “operazione soggetta al reverse charge ex art. 17 DPR 633/1972”.
L’acquirente registra la fattura nei libri contabili ed emette un’autofattura indicando il totale del prodotto acquistato e l’IVA da versare.
È importante ricordare che l’obbligo di autofattura elettronica in caso di reverse charge vale anche per le Partite IVA forfettarie, che dovranno versare l’imposta dovuta tramite modello F24. In questo caso, tuttavia, l’IVA non sarà detraibile.
Cosa sono le frodi carosello?
Le frodi carosello sono un tipo di evasione fiscale basata su operazioni fittizie tra più aziende, spesso situate in diversi paesi UE.
Funzionano così:
I settori in cui questa pratica era più diffusa, come quello edile, oggi sono obbligati ad applicare l’inversione contabile.
In questi casi, è il cliente a dover calcolare e versare l'IVA, evitando che il fornitore possa incassarla e poi sparire senza pagare l'imposta.
Ma per quale motivo il reverse charge è efficace per combattere l’evasione?