Insolvenza
Un'impresa che non è in grado di saldare i propri debiti con regolarità viene definita insolvente. In questa pagina, ti spieghiamo cos’è l’insolvenza, cosa comporta e come evitarla.
L'insolvenza è una situazione finanziaria in cui un'azienda non è più in grado di coprire le proprie spese senza ritardi. Vediamo insieme di cosa si tratta.
Significato di insolvenza
L'insolvenza è l'incapacità di un'impresa di ripagare i propri debiti alla scadenza. Si verifica quando manca liquidità o risorse sufficienti per soddisfare le obbligazioni finanziarie verso i creditori.
Come diventare insolventi
La dichiarazione di insolvenza rappresenta generalmente la “tappa finale” di un periodo di difficoltà che spesso iniziano a emergere vari mesi prima, attraverso segnali come:
- Ritardi nei pagamenti ai fornitori e/o ai dipendenti
- Presenza di decreti ingiuntivi
- Chiusura di uffici o filiali
- Fuga dell’imprenditore
Se un’impresa ha difficoltà a coprire le spese, inizialmente viene definita in stato di crisi, una situazione temporanea e ancora risolvibile.
L’insolvenza giunge quando l’azienda “non è più in grado di soddisfare regolarmente le proprie obbligazioni”, come stabilito dall’articolo 2 del decreto legislativo del 12 gennaio 2019.
Cos'è una procedura di insolvenza?
La procedura di insolvenza è un insieme di procedure legali, come il fallimento o il concordato preventivo, per gestire l'incapacità di un debitore di far fronte ai propri obblighi finanziari.
Stato di crisi
Lo stato di crisi può essere un segnale di futura insolvenza, ma non necessariamente.
Il concetto di crisi è stato introdotto con la Legge delega del 19 ottobre 2017, ed è un potenziale segno di futura insolvenza, come stabilito dall’articolo 2 del Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza.
Può essere quindi considerata un campanello d'allarme, che dovrebbe spingere la società a intervenire in modo tempestivo per migliorare la propria situazione finanziaria.
Il concetto di crisi è stato introdotto con la Legge delega del 19 ottobre 2017 per tutelare le aziende che riscontrano difficoltà momentanee, ma godono in generale di buona salute.
Nello scenario migliore, lo stato di crisi può essere risolto
- Ristrutturando i propri debiti
- Gestendo efficacemente le risorse a disposizione
- Collaborando in modo proattivo con i creditori per ripristinare la solvibilità
Tuttavia, un imprenditore in stato di crisi può far fronte alle proprie obbligazioni anche in altri modi, ad esempio vendendo alcuni asset o contraendo ulteriori debiti bancari.
In questo caso, la solvibilità momentanea non sarà comunque sostenibile nel medio-lungo termine, e il rischio di insolvenza rimarrà alto.
Stato di insolvenza
Il già citato articolo 2 del decreto legislativo del 2019 definisce l’insolvenza come una situazione in cui un'impresa non riesce a far fronte alle proprie obbligazioni “regolarmente”, ossia per un periodo di tempo prolungato.
È importante ricordare che un’azienda viene definita insolvente anche se:
- Riesce a pagare solo parte dei creditori
- È in grado di saldare tutte le obbligazioni, ma solo dopo le scadenze stabilite
- Estingue i propri debiti dopo aver fatto importanti sacrifici economici (ad esempio vendere i propri beni).
Insolvenza fraudolenta
Se un imprenditore insolvente contrae un ulteriore debito nascondendo il proprio stato di insolvenza, può configurarsi il reato di insolvenza fraudolenta, contemplato dall'articolo 641 del Codice penale italiano.
Cosa significa insolvenza fraudolenta?
L'insolvenza fraudolenta è un reato che si verifica quando un debitore nasconde il proprio stato di insolvenza per evitare di pagare un debito. Solitamente, l’imprenditore attua comportamenti illeciti come la fuga o il trasferimento fraudolento di beni. In Italia è punito con pene detentive o multe, secondo l'articolo 641 del Codice Penale.
Cosa comporta l'insolvenza
In base alla propria situazione, un’impresa dichiarata insolvente di solito ha tre possibilità.
La prima strada è liquidare tutti i beni aziendali e dividere il ricavato tra i creditori, estinguendo l’azienda alla fine della procedura. Se però non si riescono a coprire tutti i debiti (e i creditori non rinunciano alle pretese), sarà necessaria una procedura concorsuale.
In alternativa, si può iniziare una procedura di concordato preventivo, che consente di evitare il fallimento proponendo ai creditori un piano di ristrutturazione del debito. Se il piano viene approvato dal tribunale e dai creditori, l’impresa può riorganizzarsi e proseguire l'attività, spesso riducendo o rinviando dei pagamenti. L'obiettivo è risanare l'azienda e soddisfare parzialmente i creditori.
Infine, è possibile chiedere il fallimento, che viene dichiarato solo dopo che il tribunale ha verificato che l'imprenditore è effettivamente insolvente e che non esistono altre soluzioni praticabili. La dichiarazione avviene alla fine di un processo legale che coinvolge sia il debitore che i creditori.
La normativa italiana
Per molti anni, la normativa italiana sull'insolvenza è stata regolata dalla cosiddetta “Legge Fallimentare” del 1942 (o Regio decreto n. 267 del 16 marzo 1942), che disciplina il fallimento e le procedure concorsuali per le imprese insolventi.
Il successivo Codice della crisi d'impresa e dell'insolvenza del 2019 (decreto legislativo n. 14 del 12 gennaio) ha modernizzato l’approccio per favorire la prevenzione e la ristrutturazione del debito prima di arrivare all’insolvenza.
Tra le varie novità, il codice ha introdotto strumenti di rilevazione precoce della crisi e l’obbligo per gli amministratori di monitorare la salute economica dell'impresa, con l'obiettivo di evitare il fallimento.
Come prevenire l'insolvenza
Anche le aziende più sane possono affrontare un periodo di difficoltà economica. Per evitare che uno stato di crisi momentanea possa portare all’insolvenza, gli imprenditori dovrebbero adottare alcune buone pratiche, come ad esempio:
- Monitorare attentamente i flussi di cassa, tenendo sotto controllo le entrate e le uscite per assicurarsi di avere liquidità sufficiente a coprire le spese operative e i debiti
- Stabilire piani finanziari a lungo termine, con scenari di rischio ben definiti e previsioni basate su dati realistici per evitare sorprese
- Evitare di accumulare debiti eccessivi e pianificare strategie di rimborso sostenibili
- Curare i rapporti con i creditori, comunicando e negoziando tempestivamente termini favorevoli o dilazioni nei pagamenti in caso di difficoltà
È anche importante valutare attentamente eventuali segnali d’allarme, come:
- Un aumento dei costi di produzione
- La riduzione dei ricavi
- Gravi ritardi nei pagamenti delle imposte o ai fornitori
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- L'insolvenza si verifica quando un'azienda non è più in grado di pagare i propri debiti alla scadenza per mancanza di liquidità.
- Lo stato di crisi può essere un segnale di futura insolvenza, ma è possibile evitarla con interventi tempestivi come la ristrutturazione del debito.
- L'insolvenza fraudolenta avviene quando un debitore nasconde la sua condizione finanziaria per evitare il pagamento dei debiti.
- Le imprese insolventi possono seguire procedure legali come il fallimento o il concordato preventivo per gestire i propri debiti.
- Per prevenire l'insolvenza, le aziende devono monitorare i flussi di cassa, pianificare strategie di rimborso e mantenere buone relazioni con i creditori.
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