Sei un medico e hai scelto di non lavorare solo ed esclusivamente come dipendente statale o presso una clinica privata? Scopri con noi tutti i dettagli sulla partita IVA.
Quale tassazione in Italia per un medico non dipendente? Quali norme? E con le fatture?Quale regime fiscale? Che tipo di partita IVA? Quando un medico deve aprire la partita IVA? Come versare i contributi? Quando la partita IVA è un obbligo? Quando un medico sceglie di svolgere la propria attività lavorativa non da dipendente, sono molte le domande che sorgono. Scopriamo insieme alcuni dettagli in più.
Un medico si trova a dover aprire la partita IVA quando lavora come libero professionista, ovvero quando non svolge la sua professione come dipendente presso il Sistema Sanitario Nazionale o presso cliniche private. Quando non risulta, quindi, un dipendente. Se sei un dipendente (medicina come lavoro dipendente) e presti servizio per la sanità pubblica o presso una clinica privata, non dovrai quindi aprire la tua partita IVA.
Avere partita IVA può infatti servire per le operazioni di compravendita (attraverso l'emissione e il pagamento della fattura quando è necessario comprare strumenti specifici) e per il versamento dei contributi previdenziali (ai fini pensionistici): quando si aprire la propria partita IVA, si deve però tenere conto del regime fiscale al quale si aderisce.
Cos'è la partita IVA per medici?
Consiste in un codice numerico di undici cifre che identifica in modo univoco il contribuente (impresa o singolo professionista). Cos'è quindi l'IVA? L'IVA è acronimo di Imposta sul Valore Aggiunto: si tratta di un'imposta indiretta sulle vendite. È una tassa proporzionale e con aliquote differenziate sulle cessioni di beni e sulle prestazioni di servizi.
Quali requisiti per aprire una partita IVA come medico?
Aprire una partita IVA richiede alcuni requisiti: per un medico, come per tutti gli iscritti agli Albi professionali, è obbligatoria se esercita in libera professione. Deve dunque aver superato l'Esame di Stato per appartenere all'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (albo professionale), che prevede l'accesso ai fondi previdenziali specifici per la categoria, erogati dall'ENPAM (Ente Nazione di Previdenza e Assistenza per Medici e odontoiatri).
Medico con partita IVA: che tipo di attività?
Prima di sapere come aprire partita IVA medico, è necessario valutare se conviene. Per aprire una partita IVA, l'attività deve essere abituale e continuativa. L'attività professionale richiede quindi più di 30 giorni di lavoro e deve garantire un reddito annuo superiore a 5000 euro l'anno.
Come aprire partita IVA medico
Come fare per aprire una partita IVA per medico? Un medico che deve aprire la partita IVA, deve effettuare gli stessi procedimenti di un artigiano o di un truccatore professionista. La domanda di apertura di partita IVA può essere effettuata dal diretto interessato o da un professionista delegato, ad esempio un commercialista, recandosi di persona in una delle sedi territoriali dell'Agenzia delle Entrate o in via telematica (dunque online), collegandosi al sito dell'Agenzia stessa.
L'apertura della partita IVA deve avvenire entro 30 giorni dall'inizio dell'attività, attraverso la compilazione del modulo AA9/12 (disponibile online) e la dichiarazione del codice ATECO in cui ricade l'attività professionale svolta.
Cos'è il codice ATECO?
ATECO è l'acronimo di Attività Economica e si esprime in una codifica alfanumerica che rappresenta il settore in cui opera il professionista. Il codice ATECO deriva da una normativa europea che classifica le aziende dal punto di vista fiscale, contributivo e statistico; viene inoltre usato per stabilire il rischio presente in ciascun tipo di attività.
Il regime fiscale
Come aprire partita IVA medico si completa scegliendo il regime fiscale più adeguato al proprio lavoro: forfettario o a contabilità ordinaria (regime ordianario). Il regime forfettario è consigliato soprattutto a medici che stanno iniziando la loro carriera e che prevedono di rientrare in precisi quote di redditi e spese. Il forfettario prevede una serie di agevolazioni molto convenienti:
- una tassa del 15% (per i primi 5 anni ridotta al 5%) che sostituisce le imposte sul reddito e le addizionali regionali e locali;
- la possibilità di contabilità semplificata, esonerata ad esempio dalla fattura elettronica e dagli studi di settore.
I vantaggi del regime forfettario sono ovviamente subordinati al rigido rispetto dei paletti imposti dalla legislazione corrente; i redditi vanno infine riassunti nella dichiarazione annuale. Per aderirvi, peró, è necessario rispettare alcuni limiti e non superare alcune soglie.
Partita IVA medico: quali costi?
L' apertura è gratuita, nonostante nell'opinione comune IVA sia un costo eccessivo che paghiamo su quasi tutti gli acquisti quotidiani. Non esiste quindi una quota di apertura. Le successive spese di gestione per i medici liberi professionisti si compongono dei contributi previdenziali e delle tasse; se nel corso dell'attività si viene seguiti da un commercialista, va naturalmente aggiunta la sua parcella. Anche se si tratta di una spesa ulteriore, è un investimento consigliato, data la complessità della materia, per non incorrere in illeciti fiscali e per concentrarsi unicamente sul proprio lavoro di medico.
Come supportare e ottimizzare la gestione del tuo business?
Sebbene possa sembrare poco opportuno, un conto corrente aziendale online può rivelarsi la migliore soluzione per gestire al meglio anche l'attività di medico e tenere sotto controllo entrate e uscite. È questo il caso di Qonto, il conto business 100% online per professionisti e titolari di partita IVA che che ti permette di risparmiare tempo prezioso.
Potrai aprirlo in pochi clic e gestire tutte le tue spese professionali con estrema semplicità, grazie ad un'applicazione intuitiva con la quale monitorare in qualsiasi momento ogni movimento del tuo conto.