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Diventare imprenditore agricolo è per molti un’occasione unica, in quanto permette di unire l’utile al dilettevole. L’interesse per l’agricoltura sta crescendo sia tra chi desidera cambiare vita sia tra chi vuole integrare il proprio reddito, ma prima di lanciarsi in questa nuova sfida hai bisogno di conoscere i diversi inquadramenti e altri aspetti fiscali rilevanti.
In questo articolo scopri quanti tipi di imprenditori agricoli esistono, quali sono i regimi fiscali, i requisiti necessari, cosa puoi vendere e dedurre, e come conciliare questa attività con altri lavori o con la pensione. Inoltre, ti spieghiamo perché Qonto è il conto perfetto per gestire la tua attività professionale.
La normativa italiana distingue tra diverse tipologie di imprenditori agricoli, che rispondono a diverse esigenze, ma che prevedono anche determinati requisiti.
Le principali figure riconosciute sono il coltivatore diretto e l’imprenditore agricolo professionale (IAP), ma esistono anche l’imprenditore agricolo non professionale e il piccolo coltivatore diretto.
La scelta dell’inquadramento dipende dalla quantità di tempo dedicata all’attività, dall’investimento personale e dalla dimensione dell’azienda agricola. Nella seguente tabella abbiamo riassunto le caratteristiche principali.
| Tipologia | Requisiti principali | Vantaggi principali |
|---|---|---|
| Coltivatore diretto | Lavoro manuale prevalente in azienda propria | Agevolazioni previdenziali e fiscali |
| Imprenditore agricolo professionale | Almeno il 50% del tempo lavorativo e 50% del reddito | Accesso a contributi e bandi dedicati |
| Piccolo coltivatore diretto | Reddito agricolo inferiore a soglie fissate | Esenzioni contributive e fiscali parziali |
| Imprenditore agricolo non professionale | Attività secondaria, requisiti meno stringenti | Fisco ordinario, meno agevolazioni |
Chi può aprire Partita IVA agricola
Chiunque abbia la disponibilità di un terreno agricolo può aprire la Partita IVA come agricoltore, purché rispetti i requisiti previsti dalla normativa. Non ci sono limiti di età o titoli di studio obbligatori per il coltivatore diretto, mentre per l’IAP serve una formazione specifica o esperienza documentata nel settore.
Il coltivatore diretto è una figura centrale dell’agricoltura italiana. Il coltivatore diretto si dedica personalmente e abitualmente alla coltivazione dei propri terreni o all’allevamento di animali, impiegando prevalentemente la propria forza lavoro familiare.
Per essere riconosciuto come coltivatore diretto, devi:
Il coltivatore diretto gode di agevolazioni fiscali e previdenziali, tra cui la possibilità di accedere a contributi ridotti rispetto ad altre categorie e semplificazioni nella gestione contabile.
La figura del coltivatore diretto è ideale per chi vuole avviare una piccola azienda familiare, anche senza dover disporre di grandi estensioni di terreno.
Quanti ettari di terreno ci vogliono per diventare agricoltore diretto?
Non esiste una superficie minima di legge per diventare agricoltore diretto, ma è necessario che il terreno permetta di svolgere l’attività in modo abituale e prevalente, garantendo almeno un terzo del reddito e del tempo lavorativo. Alcune agevolazioni o contributi potrebbero prevedere soglie minime di superficie a livello regionale o per specifici bandi.
L’Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) è una figura introdotta per favorire la professionalizzazione del settore agricolo. Per essere riconosciuto come IAP occorre:
L’IAP può operare sia come persona fisica sia come società (di persone o di capitali), purché almeno un socio abbia i requisiti di IAP.
Questo inquadramento permette di accedere a numerosi incentivi, contributi a fondo perduto, agevolazioni fiscali e bandi regionali o nazionali riservati agli imprenditori agricoli professionali. Come IAP puoi inoltre usufruire di regimi fiscali agevolati e partecipare a progetti di sviluppo rurale, ottenendo condizioni vantaggiose anche per l’acquisto di terreni agricoli.
Scegliere di diventare IAP è ideale se vuoi trasformare l’agricoltura nella tua attività principale e accedere al massimo delle opportunità offerte dal settore.
Il Piccolo Coltivatore Diretto è una figura pensata per chi gestisce superfici agricole molto ridotte e genera un reddito annuo inferiore ai 7.000€.
Questa categoria è ideale se svolgi l’attività agricola in modo prevalentemente familiare e non come impresa strutturata. Puoi beneficiare di un regime fiscale di esonero che ti esenta dalla maggior parte degli adempimenti IVA e dalla tenuta della contabilità, rendendo la gestione estremamente semplice.
Non sei obbligato a versare contributi INPS se il reddito resta sotto la soglia prevista, e puoi comunque vendere i prodotti derivanti dalla tua attività agricola, purché prodotti da te.
Tuttavia, non puoi vendere all’ingrosso, né accedere a molte delle agevolazioni disponibili, in quanto pensate per le aziende agricole più grandi e strutturate.
È la soluzione adatta se vuoi mantenere la tua attività su scala ridotta, magari affiancandola ad altri redditi.
L’Imprenditore Agricolo Non Professionale è colui che svolge attività agricola in modo non prevalente, cioè senza che questa rappresenti la principale fonte di reddito o di impiego del proprio tempo.
Chi possiede un terreno e vi svolge attività agricola come secondo lavoro, senza soddisfare i requisiti richiesti per essere riconosciuto come coltivatore diretto o IAP, rientra solitamente in questo inquadramento.
L’imprenditore agricolo non professionale non ha accesso alle principali agevolazioni fiscali e previdenziali, e rientra generalmente nel regime ordinario, con obbligo di contabilità e versamenti fiscali come qualsiasi altra impresa.
Tuttavia, in qualità di imprenditore agricolo non professionale puoi esercitare l’attività agricola in modo regolare, vendere i tuoi prodotti e mantenere la compatibilità con altre professioni o forme di reddito.
Ti conviene optare per questa opzione se vuoi valorizzare un terreno di tua proprietà senza trasformare l’agricoltura nella tua occupazione principale.
Cosa succede se vendo prodotti agricoli senza Partita IVA?
La vendita di prodotti agricoli senza Partita IVA è consentita solo in casi eccezionali e con limiti molto stringenti (ad esempio, la vendita occasionale di prodotti propri in piccole quantità e senza organizzazione d’impresa). Se vendi regolarmente senza Partita IVA rischi sanzioni fiscali, accertamenti da parte dell’Agenzia delle Entrate e la contestazione dell’attività abusiva, con conseguente obbligo di regolarizzazione e pagamento di arretrati e multe.
Come agricoltore hai diversi regimi fiscali a disposizione, in base alla dimensione dell’attività e al volume d’affari. I principali regimi sono: il regime di esonero, il regime speciale e il regime ordinario.
La scelta del regime fiscale influenza il modo in cui gestisci le imposte, l’IVA e gli adempimenti contabili. Valuta attentamente quale regime ti conviene adottare in funzione dei ricavi previsti e del tipo di attività svolta.
| Regime fiscale | Ricavi massimi | Caratteristiche principali |
|---|---|---|
| Esonero | Fino a 7.000€ | Niente IVA, contabilità semplificata |
| Speciale | Oltre 7.000€ | IVA con meccanismi agevolati, contabilità semplificata |
| Ordinario | Senza limiti | IVA e imposte come qualsiasi impresa, contabilità ordinaria |
Il regime di esonero per la Partita IVA agricola è dedicato ai piccoli agricoltori che realizzano un volume d’affari annuo inferiore a 7.000€.
In questo caso, non hai l’obbligo di emettere fattura con IVA né di versare l’imposta, e puoi beneficiare di una contabilità molto semplificata. Tuttavia, non puoi detrarre l’IVA sugli acquisti e non puoi cedere prodotti a commercianti all’ingrosso.
È il regime ideale se vuoi iniziare senza grandi investimenti o se intendi svolgere l’attività agricola in modo secondario o hobbistico.
Quante tasse si pagano con il regime di esonero?
Nel regime di esonero conta solo il totale dei ricavi per verificare che non superi la soglia dei 7.000 euro annui. Non devi presentare una contabilità dettagliata e non applichi né IVA né deduzioni. Paghi solamente l’IRPEF in base alla tua dichiarazione dei redditi.
Il regime speciale IVA per agricoltori è pensato per chi supera i 7.000€ di ricavi annui. In questo regime, l’IVA sulle vendite viene calcolata con un particolare sistema di compensazione, che tiene conto dell’IVA pagata sugli acquisti.
Questo ti consente di avere una gestione semplificata rispetto al regime ordinario, pur dovendo emettere fatture e tenere una contabilità più complessa rispetto al regime di esonero.
Quante tasse si pagano con il regime speciale?
Nel regime speciale, il reddito imponibile si calcola applicando il coefficiente di redditività. Su questo reddito paghi: IRPEF, secondo le aliquote ordinarie progressive, addizionali regionali e comunali, IVA, che viene gestita tramite un sistema di compensazione: versi solo la differenza tra l’IVA incassata sulle vendite e quella pagata sugli acquisti, secondo le regole previste per il settore agricolo.
Il regime ordinario è obbligatorio per le aziende agricole di dimensioni più rilevanti o con attività diversificate (come agriturismo, trasformazione di prodotti, ecc.).
In questo caso, si applicano le regole fiscali e contabili previste per le imprese in generale: l’IVA viene calcolata normalmente, devi tenere la contabilità ordinaria e rispettare obblighi molto più stringenti.
Per diventare agricoltore con Partita IVA è necessario possedere alcuni requisiti fondamentali, che variano in base al tipo di inquadramento scelto. I requisiti da rispettare riguardano la quantità di tempo e reddito dedicati all’attività, la disponibilità di un terreno, la formazione o esperienza nel settore e l’iscrizione alla previdenza agricola.
Vediamo più nel dettaglio i requisiti per ognuno degli inquadramenti.
| Requisito | Coltivatore Diretto | IAP | Piccolo Coltivatore Diretto | Imprenditore Agricolo Non Professionale |
|---|---|---|---|---|
| Lavoro manuale diretto | Sì | Non obbligatorio | Sì | Non richiesto |
| Tempo dedicato all’attività | Almeno 1/3 | Almeno 50% | Prevalente, ma su piccola scala | Non prevalente |
| Reddito da agricoltura | Almeno 1/3 | Almeno 50% | Reddito inferiore a 7.000€/anno | Non prevalente |
| Titolo di studio/esperienza | Non richiesto | Sì (titolo o esperienza) | Non richiesto | Non richiesto |
| Iscrizione INPS agricola | Sì | Sì | Solo sopra la soglia di reddito | Da valutare caso per caso |
| Proprietà/disponibilità terreno | Sì | Sì | Sì | Sì |
La quantità di terra necessaria dipende dal tipo di coltura e dall’organizzazione aziendale. La legge non prevede una porzione di terreno minima per diventare agricoltore, ma devi poter dimostrare che il terreno sia idoneo a garantire un’attività agricola continuativa e non occasionale, a eccezione dell’imprenditore agricolo non professionale.
Puoi aprire Partita IVA agricola senza terreno?
No, per aprire una Partita IVA agricola devi dimostrare la disponibilità effettiva di un terreno agricolo, anche in affitto o comodato. Non puoi essere riconosciuto come imprenditore agricolo, coltivatore diretto o IAP senza la disponibilità di terreni su cui esercitare l’attività.
Vediamo ora quali sono i passaggi per aprire una Partita IVA agricola:
A questi passaggi obbligatori se ne aggiungono altri due opzionali:
Quando è necessario iscriversi al Registro delle Imprese?
L’iscrizione al Registro delle Imprese presso la Camera di Commercio è obbligatoria per chi avvia un’attività agricola come impresa individuale, società semplice o altra forma societaria. In particolare, se eserciti l’attività agricola in modo abituale e organizzato, anche come coltivatore diretto o imprenditore agricolo professionale (IAP), l’iscrizione è richiesta. L’iscrizione non è necessaria per chi svolge attività agricola in modo occasionale, senza organizzazione d’impresa o come piccolo coltivatore diretto in regime di esonero con ricavi inferiori a 7.000 euro annui.
Puoi aprire la Partita IVA agricola tramite diverse modalità: affidandoti a un commercialista tradizionale, usufruendo dei servizi di un commercialista online oppure procedendo autonomamente sul sito dell’Agenzia delle Entrate.
Rivolgerti a un commercialista fisico ti garantisce assistenza personalizzata e maggiore sicurezza nei passaggi burocratici, ma comporta costi più elevati.
I servizi online offrono tariffe più vantaggiose e procedure digitali rapide, ma possono risultare meno adatti se preferisci il contatto diretto.
L’apertura in autonomia è indubbiamente la soluzione più economica, ma richiede una buona conoscenza delle normative fiscali e dei moduli da compilare, altrimenti rischi di commettere errori che possono comportare sanzioni o ritardi.
Il codice ATECO identifica l’attività svolta ai fini fiscali e determina anche il coefficiente di redditività per il calcolo delle imposte.
Scegli il codice ATECO corretto per evitare problemi con il fisco e accedere ai regimi agevolati.
| Codice ATECO | Descrizione attività | Coefficiente di redditività |
|---|---|---|
| 01.11 | Coltivazione di cereali (escluso riso) | 25% |
| 01.13 | Coltivazione di ortaggi | 25% |
| 01.19 | Coltivazione di altri prodotti agricoli | 25% |
| 01.21 | Coltivazione di uva | 25% |
| 01.23 | Coltivazione di agrumi | 25% |
| 01.29 | Coltivazioni permanenti | 25% |
| 01.41 | Allevamento di bovini e bufalini | 25% |
| 01.49 | Allevamento di altri animali | 25% |
| 01.50 | Attività mista (agricoltura, allevamento) | 25% |
| 01.62 | Attività di supporto alla produzione agricola | 67% |
| 01.63 | Attività di supporto alla zootecnia | 67% |
La procedura di apertura della Partita IVA di per sé è gratuita. Se scegli di affidarti a un intermediario, come un commercialista fisico oppure online, paghi per i servizi svolti.
I principali costi relativi all’apertura di Partita IVA sono:
A questi costi fissi, devi poi aggiungere i costi variabili, come, ad esempio, il commercialista.
Con la Partita IVA agricola puoi vendere i prodotti ottenuti dalla coltivazione dei tuoi terreni e dall’allevamento, come previsto dal Testo Unico sulle Imprese Agricole (D.Lgs. 228/2001). Puoi inoltre vendere prodotti trasformati direttamente in azienda (marmellate, conserve, vino, olio) e alcuni prodotti connessi all’attività agricola come legna, fieno o piante ornamentali.
Tuttavia, la vendita deve riguardare prevalentemente prodotti propri. La rivendita di prodotti che acquisti da terzi è ammessa solo in minima parte e rispettando limiti di legge.
| Categoria | Esempi di prodotti | Limiti/Note |
|---|---|---|
| Prodotti agricoli propri | Frutta, verdura, cereali, ortaggi, uva | Nessun limite |
| Prodotti zootecnici propri | Carne, latte, uova, miele | Nessun limite |
| Prodotti trasformati | Vino, olio, conserve, marmellate | Trasformazione in azienda |
| Prodotti secondari | Legna, fieno, piante ornamentali | Solo se derivanti da attività agricola propria |
| Prodotti acquistati da terzi | Prodotti accessori | Non deve superare il valore dei prodotti propri |
Le spese deducibili per gli imprenditori agricoli variano in base al regime fiscale scelto. In generale, puoi dedurre tutte le spese direttamente collegate all’attività agricola, come l’acquisto di sementi, concimi, mangimi, carburanti, manutenzione dei mezzi agricoli, spese di personale e consulenze.
Alcune spese possono essere dedotte al 100%, altre solo in percentuale, soprattutto se usate anche per fini non esclusivamente agricoli.
| Categoria di spesa | Percentuale di deducibilità |
|---|---|
| Materie prime (sementi, concimi) | 100% |
| Carburante per mezzi agricoli | 70% |
| Manutenzione mezzi agricoli | 80% |
| Acquisto mezzi agricoli (ad esempio, il trattore) | 80% (ammortamento pluriennale) |
| Spese per il personale | 100% |
| Consulenze e servizi | 100% |
| Spese di energia elettrica | 100% |
| Acquisto di terreni | Non deducibile |
Posso dedurre spese con il regime di esonero?
No, se aderisci al regime di esonero con la Partita IVA agricola non puoi dedurre le spese sostenute per l’attività agricola né detrarre l’IVA sugli acquisti. Questo regime è stato pensato per semplificare la gestione dei piccoli agricoltori con ricavi inferiori a 7.000 euro annui, ma prevede che non sia possibile scaricare costi o ottenere rimborsi IVA. Se hai bisogno di dedurre spese o detrarre l’IVA, valuta il passaggio al regime speciale, che offre più possibilità in termini di detrazioni fiscali e gestione dei costi.
Se vuoi avviare l’attività agricola come secondo lavoro o vuoi capire se la Partita IVA agricola è compatibile con il lavoro dipendente o la pensione, la normativa ti offre ampie possibilità di conciliazione. Tuttavia, esistono alcune restrizioni, soprattutto per i dipendenti pubblici e per i pensionati.
La Partita IVA agricola è generalmente compatibile con il lavoro dipendente nel settore privato, sia a tempo pieno che parziale. Tuttavia, è necessario rispettare il contratto di lavoro e non creare situazioni di concorrenza o conflitto di interessi con il datore di lavoro.
Nel settore pubblico, invece, l’apertura della Partita IVA agricola è possibile solo se l’attività agricola è marginale e non interferisce con il lavoro pubblico, previa autorizzazione dell’ente di appartenenza. Per il personale docente e sanitario, la normativa prevede regole particolari e, spesso, più restrittive.
In ogni caso, è sempre consigliato consultare il proprio ufficio del personale o un consulente del lavoro prima di avviare l’attività agricola.
I pensionati possono aprire la Partita IVA e dedicarsi all’attività agricola. Se percepisci la pensione di vecchiaia o di anzianità, non hai nessun limite di cumulo e l’attività agricola è pienamente compatibile.
Se percepisci pensioni di invalidità o assegni sociali devi invece prestare attenzione: l’attività agricola può comportare la perdita parziale o totale del diritto alla prestazione assistenziale.
Rivolgiti a un patronato o a un consulente previdenziale per valutare la tua situazione specifica.
Se già possiedi una Partita IVA per un’attività diversa (ad esempio professionista, artigiano o commerciante) e vuoi iniziare a lavorare anche come imprenditore agricolo, puoi aggiungere un nuovo codice ATECO alla tua posizione fiscale.
In questo modo, puoi svolgere entrambe le attività in modo regolare, ma dovrai tenere una contabilità separata e rispettare i requisiti specifici per l’attività agricola (inclusi eventuali regimi fiscali e contributivi). Valuta sempre la compatibilità dei regimi fiscali e le implicazioni in termini di versamenti INPS e IVA, per evitare doppi pagamenti o errori che potrebbero comportare sanzioni.
Per legge, agli agricoltori che assumono dipendenti è richiesta l’assicurazione obbligatoria INAIL contro gli infortuni sul lavoro, a tutela dei lavoratori impiegati nell’azienda agricola.
Se lavori da solo, invece, non hai assicurazioni obbligatorie specifiche. Tuttavia, è sempre consigliato valutare delle coperture aggiuntive.
Le assicurazioni facoltative più utili per gli agricoltori sono:
Investire in una buona copertura assicurativa può aiutarti a proteggere la tua attività da rischi imprevisti e garantirti maggiore serenità.
Nel settore agricolo, dove i margini sono spesso ridotti e ogni spesa conta, tenere separate le finanze personali da quelle professionali è essenziale per avere il pieno controllo della tua attività. Monitorare con precisione entrate e uscite ti permette di capire quali investimenti funzionano, quali costi puoi ridurre e come pianificare il futuro della tua azienda agricola.
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