Ricevuta
Quando vende beni o servizi, una Partita IVA può emettere una ricevuta fiscale, di pagamento, bancaria o di prestazione occasionale. In questa pagina, ti spieghiamo la differenza fra queste quattro tipologie e perché la ricevuta è diversa dalla fattura.
Ricevuta è un termine generico utilizzato in diversi contesti. Ma di cosa si tratta?
Definizione di ricevuta
La ricevuta è un documento che attesta la vendita di beni o la prestazione di servizi.
Tipi di ricevuta
Le ricevute non sono tutte uguali. Ne esistono quattro tipologie diverse:
- ricevuta fiscale;
- ricevuta di pagamento;
- ricevuta bancaria;
- ricevuta di prestazione occasionale.
Ricevuta fiscale
Oltre allo scontrino, molti commercianti utilizzano la ricevuta fiscale per attestare l’avvenuto pagamento da parte dei clienti. Ma cos’è la ricevuta fiscale?
Che cos'è la ricevuta fiscale?
La ricevuta fiscale è un documento emesso da commercianti al minuto (o al dettaglio), artigiani e altre categorie di Partite IVA in seguito alla vendita di beni o alla prestazione di servizi.
La ricevuta fiscale viene prodotta in duplice copia, di cui una viene consegnata al cliente e l’altra resta al fornitore.
Ricevuta di pagamento
Una volta pagato, un fornitore di beni o servizi può dichiarare l’estinzione del debito di un cliente tramite la ricevuta di pagamento. Vediamo la definizione.
Cosa si intende con ricevuta di pagamento?
La ricevuta di pagamento è un documento che attesta il saldo parziale o totale di una fattura.
In questa ricevuta, detta anche quietanza di pagamento, si indicano informazioni come:
- la fattura a cui si riferisce il pagamento;
- lo stato del pagamento (ad esempio, se il cliente ha versato solo un acconto o l’intera somma dovuta);
- la data di pagamento;
- l’importo pagato.
La quietanza di pagamento non coinvolge soltanto le Partite IVA, perché può essere emessa anche da privati verso altri privati.
Ricevuta bancaria (Ri.Ba)
La ricevuta bancaria coinvolge quattro soggetti: il fornitore del bene/servizio (creditore), il cliente (debitore) e le banche del fornitore e del cliente. Ma cosa si intende per ricevuta bancaria?
Che cos'è la ricevuta bancaria?
La ricevuta bancaria, anche detta Ri.Ba, è uno strumento di pagamento che attesta il diritto del creditore di ricevere un importo dal debitore tramite la banca ed entro una data specifica.
Ecco come funziona la ricevuta bancaria:
- il fornitore emette la fattura specificando che il pagamento deve avvenire tramite Ri.Ba;
- la banca del fornitore invia alla banca del cliente la ricevuta bancaria;
- la banca del cliente lo avvisa della richiesta di pagamento;
- il cliente paga l’importo dovuto entro la data segnata sulla Ri.Ba;
- la banca del cliente gli consegna la ricevuta bancaria come prova del pagamento.
Sulla ricevuta bancaria si segnano le seguenti informazioni:
- dati di creditore e debitore;
- riferimento al numero della fattura emessa;
- modalità di pagamento;
- scadenza entro cui saldare l’importo.
Ricevuta di prestazione occasionale
Chi non ha la Partita IVA può effettuare lavori saltuari entro certi limiti. Puoi approfondire i limiti da rispettare nella pagina dedicata a cos’è la prestazione occasionale.
Se non superi i limiti imposti dalla legge, puoi certificare la prestazione occasionale tramite un’apposita ricevuta.
La ricevuta di prestazione occasionale contiene:
- i dati del fornitore e del cliente;
- il numero univoco della ricevuta;
- la data di emissione;
- il compenso ricevuto;
- la ritenuta d’acconto del 20%;
- la marca da bollo di 2€ se l’importo supera i 77,47€;
- l’importo totale.
Emissione e gestione delle ricevute fiscali
Una volta compresa la differenza tra le varie ricevute, il passo successivo è conoscere come emettere una ricevuta fiscale e come conservare le ricevute dei fornitori per detrarle dalle tasse.
Quali sono gli elementi essenziali di una ricevuta fiscale?
Sulla ricevuta fiscale sono presenti questi dati:
- il numero univoco che identifica il documento;
- la data di emissione;
- la ragione sociale, il codice fiscale o il numero di Partita IVA e l’indirizzo del soggetto emittente;
- il nome e il cognome del cliente;
- la descrizione e la quantità dei beni o servizi acquistati;
- l’importo pagato.
Chi può emettere ricevute fiscali?
A seguito di nuove normative fiscali, l’utilizzo delle ricevute è diminuito drasticamente.
Chi può emettere ricevute?
Dal 1° gennaio 2020, è entrato in vigore l’obbligo di certificazione elettronica dei corrispettivi. Con questo nuovo obbligo, la ricevuta e lo scontrino fiscale sono stati sostituiti dal cosiddetto “documento commerciale”, che viene trasmesso in automatico all'Agenzia delle Entrate mediante il Registratore Telematico o una procedura web gratuita.
Possono ancora emettere ricevute fiscali alcune categorie di contribuenti:
- chi vende tabacchi, carburanti, giornali e prodotti agricoli;
- chi presta servizi di trasporto pubblico, per cui i biglietti di trasporto hanno valore fiscale;
- chi presta servizi di telecomunicazione e radiodiffusione;
- chi vende prodotti o servizi a bordo di navi, aerei o treni nel corso di trasporti internazionali.
Per quanto tempo bisogna conservare le ricevute?
Il tempo di conservazione varia in base a due fattori principali: il destinatario della ricevuta e la tipologia di documento.
I privati sono tenuti a conservare i documenti fiscali che attestano le spese detraibili e deducibili in dichiarazione dei redditi, in caso di controlli dell’Agenzia delle Entrate:
- vanno conservati per 5 anni gli scontrini o le ricevute delle spese mediche e condominiali e delle spese relative al canone di affitto e agli interessi del mutuo;
- vanno conservate per 3 anni le ricevute legate alle altre spese.
Le imprese invece sono obbligate a conservare le scritture contabili per 10 anni dalla data dell’ultima registrazione, in base all’articolo 2220 del Codice Civile).
Si considerano scritture contabili tutti i documenti che attestano i movimenti economici e finanziari di un’azienda, quindi anche fatture, ricevute, scontrini, ecc.
Come gestire le ricevute fiscali?
Le Partite IVA in regime ordinario possono diminuire le imposte da pagare scaricando le spese sostenute. Per farlo però devono conservare le ricevute cartacee in caso di controlli fiscali.
Con il conto business Qonto conservi le ricevute in due modalità:
- cartacea: scatta una foto e l’app estrapola i dati di pagamento, così devi conservare la ricevuta originale solo per eventuali controlli dell’Agenzia delle Entrate;
- digitale: carica una foto della ricevuta sull’app e Qonto la digitalizza e certifica, per poter eliminare la ricevuta cartacea anche in caso di controlli fiscali.
In questo modo, puoi caricare le spese sostenute autonomamente per la tua attività e approvare le note spese degli acquisti effettuati dai tuoi dipendenti.
Cosa succede invece alle Partite IVA in regime forfettario? I professionisti e le aziende con questo regime fiscale non possono scaricare le spese lavorative, quindi non sono tenuti a conservare le ricevute fiscali dei loro fornitori.
- La ricevuta serve ad attestare la vendita di beni o la prestazione di servizi.
- Esistono quattro tipi principali di ricevuta: fiscale, di pagamento, bancaria e di prestazione occasionale.
- La ricevuta fiscale è un documento emesso da alcune categorie di Partite IVA in seguito alla vendita di beni o alla prestazione di servizi.
- La ricevuta o quietanza di pagamento attesta il saldo parziale o totale di una fattura.
- La ricevuta bancaria, anche detta Ri.Ba, è uno strumento di pagamento che consente di ricevere un importo da un debitore tramite la banca ed entro una data specifica.
- La ricevuta di prestazione occasionale serve a dichiarare ai fini fiscali lo svolgimento di un lavoro saltuario. Non è richiesta l’apertura della Partita IVA.